Cacciari: «La sua amministrazione una delle migliori mai avute»
l’intervista
«Mario era un amico. Una delle grandi personalità della politica veneziana, Un pezzo importante di storia che se ne va» . È addolorato, Massimo Cacciari, per la scomparsa dell’ex sindaco socialista. «Una persona di grande generosità e di grande cultura», dice, «attore di esperienze significative» .
«A Venezia», ricorda Cacciari, «Rigo è stato per dieci anni sindaco della prima giunta di sinistra, tra le migliori che abbiano governato questa città. Alla fine degli anni Settanta ha realizzato insieme a Gianni Pellicani, suo vicesindaco, alcune cose molto importanti. Era un oppositore della corrente socialista che faceva capo a Gianni De Michelis, che poi si sarebbe rivelata maggioritaria e vincente». «Un’opposizione sempre corretta e basata su un’idea diversa della politica da quella dei suoi compagni di partito. Al di là delle questioni ambientali e giudiziarie, Mario riteneva che il rapporto con il Pci fosse essenziale. Ha sempre lavorato in quella direzione lì. De Michelis, al contrario, pensava che l’alleanza dovesse passare attraverso la resa del partito comunista, con l’assorbimento del Pci nel grande Partito socialista europeo. Mario Rigo, insieme ad altri intellettuali come Mazzariol, sosteneva che il Pci era invece rappresentativo di quegli strati sociali. Gli oppositori però hanno perso, sono stati poi spazzati via dalla forza anche culturale di Gianni De Michelis».
Una stagione felice per Venezia, quella guidata tra il 1975 e il 1985 dal sindaco Rigo. «La collaborazione tra i partiti», continua Cacciari, «aveva portato allora anche ad approvare un’ottima Legge Speciale per Venezia. Se poi da quello si è passati al Mose, è stato proprio perché la linea Rigo ha perso».
Negli anni Novanta comincia la stagione autonomista, i movimenti civici, il federalismo. «Rigo ha tentato con qualche successo di costituire un movimento federalista, senza giochi ideologici, furbizie e corruzione. Abbiamo collaborato insieme, la sua linea era a volte incerta e contraddittoria. Non certo per colpa sua, ma perché la politica non era pronta a capire quel progetto» .
«Adesso Mario non c’è più, è inevitabile che a un certo punto si muoia. Ma con lui scompare una grande personalità di questa città. Sono morti anche Gianni De Michelis e Gianni Pellicani. Un ceto politico di prim’ordine, che per forza di cose non c’è più. E oggi siamo ridotti in questo modo. Ciao Mario». —
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia