Cabine “sigillate” per proteggere gli autisti

Cabine “sigillate” per gli autisti degli autobus dell’Actv. A chiederle è Alfredo Pipino, segretario territoriale dell’Ugl, dopo i casi delle aggressioni ai dipendenti della società di trasporti. L’ultimo caso risale a una decina di giorni fa, a una fermata di Favaro Veneto, dove un autista è stato aggredito da un anziano, tra l’altro recidivo, con due stampelle. L’aggredito se l’è cavata con una prognosi di dieci giorni, anche se poteva andare molto peggio. La sua colpa è stata quella di aver reguardito l’anziano perché era entrato dalla parte centrale, quella solitamente riservata a chi deve scendere. Gli autisti a volte chiudono un occhio, ma solo quando il mezzo è pieno e salire dalle porte centrali è l’unico modo per riuscire a prendere l’autobus senza dover aspettare quello successivo. A scagliarsi contro gli autisti a volte sono gli anziani, altre volte sono sbandati che hanno alzato un po’ troppo il bicchiere, altre ancora qualcuno che inveisce contro la guida spericolata. «Fatto sta che ogni anno sono tra le dieci e le dodici le aggressioni subìte da chi guida l’autobus», ricorda Pipino, «e ormai gli autisti non ce la fanno più, anche perché si sentono indifesi. Basta che qualcuno allunghi la mano e riesce a colpirlo, anche mentre sta guidando, con il rischio di provocare manovre azzardate o incidenti». Ecco perché l’Ugl chiede cabine che siano chiuse, «uso il termine “sigillate” per intendere delle cabine dove gli autisti possano davvero sentirsi al sicuro, non come accade oggi». A parte il caso di Favaro Veneto, avvenuta di giorno e ad opera di un anziano aggressivo e recidivo, i maggiori problemi si verificano di solito durante l’orario notturno. «Dall’inizio dell’anno ci sono state sette aggressioni, in media sono dieci o dodici all’anno», aggiunge Pipino, «e per questo ho chiesto all’amministratore delegato di Actv, Giovanni Seno, e all’assessore alla Mobilità, Ugo Begamo, un incontro per discutere dei temi delle sicurezza». Tra le altre cose, secondo il sindacalista, «c’è bisogno di una centrale operativa rinnovata, che sappia davvero rispondere, anche per problemi relativi alla sicurezza, alle esigenze degli autisti, quando telefonano. È da tempo che come sindacati chiediamo di rivedere con l’azienda anche questo aspetto, ma fino ad ora non se ne è fatto nulla. Le parole di solidarietà non bastano più, bisogna passare a gesti concreti per tutelare i dipendenti». (f.fur.)
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