Ca’ Roman, villette al posto delle suore annunciati i ricorsi

Sentiti in commissione i progettisti dello Studio Mar e gli ambientalisti: «Darsena e case dove c’erano le dune»

Cubature troppo grandi e costruzioni dove una volta c’erano le dune, dunque vietate dal Palav. Sono le due accuse mosse ieri dai comitati ambientalisti del Lido al progetto di nuova edificazione di 84 villette a Ca’ Roman. Lunga discussione nelle commissioni riunite che hanno esaminato la delibera approvata dalla giunta il 5 ottobre scorso. Atmosfera tesa, alla fine qualche annuncio di ricorso al Tar per stabilire la legittimità degli atti adottati. richieste di chiarimento. Il progetto potrebbe essere ora modificato e poi inviato nei prossimi giorni al Consiglio comunale per l’approvazione. Del progetto di Ca’ Roman si parla da quando la società padovana Ca’ Roman srl ha acquistato il terreno già di proprietà delle suore Canossiane confinante all’oasi gestita dalla Lipu.Edifici degli anni Trenta, destinati a colonia marina, realizzati dove forse un tempo c’erano le dune. «E’ un aspetto che va chiarito», dice Federico Antinori, segretario della Lipu, «E’ chiaro che in qual luogo c’erano le dune, poi spianate dal regime per costruire gli edifici». Ieri i progettisti dell’intervento – lo studio di Giovanna Mar – hanno prodotto ai consiglieri anche uno studio elaborato dall’ambientalista e direttore della Società di Scienze naturali Lorenzo Bonometto. «Vogliamo migliorare il più possibile l’intervento», hanno detto, «ma ribadiamo che si tratta di un intervento rispettoso dell’ambiente». Alcuni edifici come saranno demoliti, e nella parte a sud saranno realizzate tre schiere di casette a due piani.

42 edifici in tutto su palafitte, realizzati in legno e nel rispetto del verde. «Non taglieremo nemmeno un albero», garantisce l’architetto, «la cubatura complessiva è di ciorca 24 mila metri cubi, meno di quella che c’era prima». Ma i comitati, rappresentati ieri in aula oltre che da Antinori anche Salvatore Lihard, hanno contestato l’impatto complessivo dell’intervento. «Si modificherà per sempre il volto di quella parte di isola», dice Lihard. Arriveranno turisti e proprietari di seconde case. E anche la parte verso la laguna sarà modificata. Nei mesi scorsi infatti il Magistrato alle Acque ha messo all’asta la darsena che aveva costruito – tra le proteste anche allora degli ambientalisti – a ridosso dell’area protetta di Ca’ Roman. «Niente di più facile», denuncia il consigliere del Gruppo Misto Nicola Funari, «che quella darsena serva per ormeggiare le barche dei nuovi abitanti».

Centinaia di imbarcazioni che secondo Antinori potrebbero modificare l’equilibrio lagunare e distruggere la piantagione delle fanerogame, che protegge i sedimenti della laguna.

Ma l’intervento di nuov edificazione a Ca’ Roman è stato approvato dalla giunta, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli. E adesso andrà all’approvazione dell’aula. Numerosi i consiglieri scettici. Una edificazione così massiccia in quell’area, è l’obiezione, modificherà per sempre gli equilibri dell’isola. E in questi mesi si parla di altri insediamenti abitativi per case turistiche nelle vicine aree di Malamocco (nell’ex Forte il progetto di Est Capital), altri insediamenti agli Alberoni, e poi all’ospedale al Mare. Senza contare, dicono, che buona parte dei nuovi appartamenti agli Alberoni non sono ancora stati venduti.

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