«Ca’ Foscari vuole cambiare Più accogliente e internazionale»

La rettrice Lippiello ha inaugurato online l’anno accademico Il neo ministro Messa: «Bisogna investire nella ricerca»



Cambiamento. La neorettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello – inaugurando ieri, con alle spalle la mappa cinquecentesca della città di Jacopo de’Barbari, in un Auditorium di Santa Margherita deserto per l’emergenza coronavirus il nuovo anno accademico per la prima volta on line (inframezzato da letture di brani letterari su Venezia affidati alle voci degli studenti, in vista dei 1600 anni della città) – ha citato, da brava sinologa, l’ideogramma cinese hua, che questo significa, per indicare la sfida che l’ateneo ha davanti. Una sfida che lo accomuna alla città («Venezia nei prossimi dieci -vent’anni sarà la città con uno dei tassi di sviluppo più alti a livello europeo. Vogliamo che Venezia diventi una città per i giovani ed europea », ha detto con l’ottimismo della volontà il sindaco Luigi Brugnaro nel saluto introduttivo). Ma anche al sistema Paese e in particolare a quello universitario, come ha sottolineato il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa, che ha preso parte in remoto alla cerimonia, delineando anche gli obiettivi del nuovo Governo in questo campo.

Contrariamente ai suoi predecessori, Lippiello è stata parca di cifre e dati sull’attività dell’ateneo, preferendo puntare sui valori. «La pandemia non ci ha fermati», ha sottolineato, «l’università ha saputo reagire, proseguendo regolarmente nelle proprie attività in tutta sicurezza. È ora tempo di uscire dalla logica dell’emergenza e cogliere il futuro come un’opportunità, per ripensare insieme l’organizzazione del lavoro e le modalità di erogazione dei servizi, mettendo al centro il capitale umano». E citando il coraggio di Fantina Polo – figlia di Marco – che nel 1366 riuscì a ottenere giustizia per la sua eredità, ha rivendicato i passi avanti nella parità di genere fatti in questi anni da Ca’ Foscari, anche se molto resta da fare, visto che le docenti di prima fascia sono solo il 23 per cento del totale. Molto ha insistito sulla vocazione internazionale di Ca’ Foscari, prima università italiana per l’attrazione delle prestigiose borse di studio Marie Curie. Ma anche su un rapporto più stretto con il territorio – in particolare con il Comune – che si è un po’ perso in questi anni, sulla sostenibilità e sul diritto allo studio da ampliare: gli altri capisaldi del suo discorso, per un’università più attrattiva e accogliente.

Anche Il ministro Messa, già rettrice dell’Università di Milano Bicocca, ha sottolineato l’esigenza di un profondo cambiamento per l’università italiana che metta al centro l’aumento dei fondi per la ricerca – per cui oggi siamo quasi un fanalino di coda in Europa – ma anche una maggiore qualità di essa. Non solo quella di base, ma anche quella avanzata. «Il Next Generation Eu è un’occasione unica per portare questo investimento a più punti percentuali rispetto al’1,4% di oggi», ha detto Messa, «ma se accanto al finanziamento non pensiamo ad un sistema della ricerca più autonomo, trasversale e innovativo che richieda riforme e impostazioni nuove dal punto di vista legislativo rischiamo di non sfruttare al meglio questa occasione. Noi conosciamo bene, i nostri gap. Il primo fra tutti è un numero di studenti laureati molto distante da quello di paesi europei, come Germania e Francia. Da tempo diciamo di volerlo aumentare, ma negli ultimi anni non ci siamo riusciti. Abbiamo bisogno di mettere a punto competenze trasversali che servano a obiettivi come transizione ecologica e digitale, sostenibilità, economia circolare». —

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