Business del sesso il pizzo imposto dai Casalesi sulle prostitute

«C’erano certe persone che avevano le puttane sulla strada qua e mi davano 50 euro a puttana a me». La legge di Luciano Donadio veniva imposta anche nel mondo della prostituzione. Al pari di quanto succedeva (almeno a parole) per il traffico di stupefacenti, il boss dei Casalesi ad Eraclea non voleva sporcarsi direttamente le mani, né farle sporcare più di tanto ai suoi uomini, in questo comparto florido della criminalità. Ma comunque aveva messo il cappello sopra le squillo, imponendo il pizzo agli sfruttatori: 50 euro a ragazza per ogni notte.
ungheresi e romene
Ad aiutare gli investigatori nella ricostruzione degli interessi nel mondo della prostituzione da parte di Donadio & soci sono stati il pentito Umberto Manfredi e un suo collaboratore. Proprio quest’ultimo, in un interrogatorio con il pm nel 2010, aveva raccontato che le ragazze che vendevano il proprio corpo erano ungheresi e romene. Il luogo di lavoro, specie d’estate, era Jesolo, in particolare via Roma destra, ed Eraclea. I protettori erano nomadi, rom e albanesi. «Manfredi dopo alcuni giorni che passa e controlla l’attività di queste ragazze messe sulla strada dagli zingari o dagli albanesi, una sera ne ferma una (e via via tutte quante) e con minacce e violenze la intimidisce ed ottiene che lei convochi il suo protettore. Quando arriva il protettore, lui concorda con questi il pagamento di un pizzo di 50 euro a sera per il noleggio del “posto” alla prostituta».
problemi? c’è luciano
Il pizzo pagato all’organizzazione di Donadio serviva a garantire la protezione del posto e della strada, oltre che l’assistenza nel caso di contrasti con gli sfruttatori concorrenti. «Se sorgevano problemi, come è capitato in due occasioni, passavamo l’incarico al Donadio e ai suoi uomini che intervenivano», ha raccontato Manfredi (anch’egli costretto a pagare il pizzo a Donadio) al magistrato nel corso delle indagini, come riportato nelle carte dell’inchiesta. Luciano faceva pesare anzitutto il prestigio del sodalizio mafioso di Eraclea. Ma nel caso la soluzione bonaria non avesse sortito effetti, si passava alla violenza. «I pagamenti della quota spettante ai Casalesi di Eraclea venivano da me fatti in contanti al Donadio nel suo ufficio in piazza ad Eraclea», aveva aggiunto Manfredi al pm.
convinti con le armi
È lo stesso pentito a raccontare dei metodi di Donadio: «A causa di problemi con dei papponi zingari mi sono rivolto a Donadio che mi ha mandato tutti i suoi uomini al campeggio di Eraclea con tre suv. Lui stesso era presente. Gli uomini di Donadio sono usciti dalle macchine armati e hanno indotto gli sfruttatori ad accordarsi».
squillo tra i dipendenti
Il sodalizio, hanno accertato le indagini, ha provveduto anche a fornire la legittimazione alle prostitute dell’Est Europa per rimanere in Italia attraverso l’assunzione fittizia nelle aziende nell’orbita del clan dei Casalesi ad Eraclea, in particolare nella società Poulifin e nella Donadio Società Cooperativa. A Luciano che chiedeva spiegazioni su chi fossero tutte quelle straniere che risultavano dalla contabilità aziendale, Basile aveva risposto lapidario: «Queste sono tutte puttane». Formalmente assunte, le prostitute potevano così presentare i documenti in regola per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.
terraglio in pugno
Non solo la prostituzione sul litorale: il clan dei Casalesi ad Eraclea si era impossessato del controllo anche dell’attività delle squillo lungo una delle strade “storiche”, ovvero il Terraglio tra Preganziol, Mogliano e Mestre. Particolarmente coinvolto nell’attività di sfruttamento della prostituzione era Antonio Basile, finito in carcere nella maxi retata del 19 febbraio scorso. È il 24 febbraio 2012 quando viene intercettata una conversazione tra Basile e Donadio sull’aggressione a una prostituta da parte di un gruppo di sfruttatori concorrenti. Basile era stato chiamato a dirimere il conflitto. Il diktat di Donadio a Basile, lo evidenzia lo stesso pm Roberto Terzo nelle carte, «è senza mezzi termini»: «Tu vai e dici... “Dai i soldi a mia moglie, alla mia compagna, sennò io ti ammazzo». Altre volte Donadio è più diplomatico. Ad uno dei suoi sodali, che si è scontrato con alcuni romeni, suggerisce: «Fate un appuntamento, mettetevi d’accordo e un po’ per ciascuno i soldi a tutti quanti e campate tutti quanti». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia