Deve partorire ma è in giro per Venezia a borseggiare turisti
Coppia di ladre intercettata dalla polizia locale, una incinta di oltre nove mesi. Altre tre donne erano state bloccate nei giorni scorsi, due erano minorenni. A Santa Margherita marito e moglie hanno sventato un furto in calle

Aveva già un foglio di via obbligatorio, rimediato dagli uffici della questura di Venezia il 3 agosto, che in teoria doveva tenerla lontana dalla laguna per tre anni. Invece martedì era a caccia di turisti tra San Marco e Rialto, gli agenti della polizia locale l’hanno intercettata con le mani nello zaino di una visitatrice polacca: abbastanza per rimediare un’altra denuncia per furto, allegata a quella per la violazione dell’ordine di allontanamento dalla città; ma non abbastanza per farla finire in carcere.
La ladra 25enne, infatti, non solo era incinta, ma aveva già superato la data prevista per il parto, di fatto rischiando di dover correre in ospedale da un momento all’altro. E questo l’ha tenuta fuori dalla cella, pur non avendole impedito di andare per le calli a sfilare portafogli.
La guerra contro i borseggiatori continua, una battaglia alla volta: negli ultimi giorni il nucleo specializzato della Locale ha bloccato cinque criminali, portando il totale di quest’anno oltre quota 130. Le prime tre tagliaborse sono fermate nel fine settimana, sul ponte dei Calegheri: tutte di nazionalità bosniaca, tutte di età compresa tra i 12 e i 25 anni; la maggiorenne è stata denunciata, le due minori sono state accompagnate in una comunità.
Quanto all’intervento di martedì, invece, gli agenti hanno inseguito la ladra incinta - che si spostava assieme a una complice 17enne - da San Salvador, attraverso le Mercerie, verso ponte de l’Ovo per poi deviare in direzione di san Bortolo; un pedinamento scattato non appena le due donne sono state riconosciute - volti notissimi per le forze dell’ordine - e ha dato i suoi frutti all’altezza di Marzarieta 2 aprile, quando le ladre hanno tentato di svuotare le borse di una comitiva straniera. Interrotte proprio nell’atto del furto, le borseggiatrici sono state portate al comando e, dietro di loro, la turista finita nel loro mirino, che ha deciso di sporgere querela (è stato necessario convincerla, comunque: non si era accorta di nulla e, quando si è trovata al centro della vicenda, ha sospettato persino dei poliziotti in abiti civili, che pure hanno mostrato i distintivi).
L’atto di accusa della vittima, purtroppo, potrebbe non bastare: se l’avvocato difensore chiederà i termini a difesa - come è prassi - si tornerà in aula a distanza di due mesi, quando la parte offesa sarà già rientrata in Polonia e a quel punto, per effetto della legge Cartabia, il procedimento sfumerà in un nulla di fatto. I delinquenti ne sono perfettamente consapevoli: la 25enne in questione, oltre a violare apertamente il foglio di via di inizio agosto, era stata fermata solo dieci giorni prima, sempre dalla Locale, sempre per un borseggio.
Non mancano neppure gli episodi in cui i turisti finiscono per difendersi da soli: mercoledì è successo nei dintorni di campo Santa Margherita, dove una coppia di stranieri ha messo in fuga una squadriglia di borsaiole: avevano preso di mira il portafoglio della donna ma il marito le ha notate; sono volate male parole e qualche sberla, la situazione non è precipitata come in passato - quando i ladri hanno fatto ricorso allo spray urticante per assicurarsi la fuga - ma resta un caso simbolo della tensione che insiste in centro storico.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia