Bocche di porto, sì alla chiusura

Un commissario “avvocato” che ha vinto il suo primo ricorso contro spedizionieri e porto di Chioggia. I giudici del Tar (Maurizio Nicolosi, Alessio Falferi e Enrico Mattei) hanno infatti respinto la richiesta degli operatori economici di sospendere l’ordinanza che vieta il traffico navale nella bocca di porto. L’interesse pubblico prevede la necessità di portare a termine la posa delle paratoie, scrivono i magistrati amministrativi, «garantendo la sicurezza della navigazione». A tutelare gli interessi del Consorzio Venezia Nuova, oltre agli avvocati Luca Schiavon e Maria Teresa della Vittoria Scarpati, anche il terzo commissario nominato su richiesta del presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone, il milanese Giuseppe Fiengo. Che si è aggiunto a Luigi Magistro e Francesco Ossola nell’amministrazione straordinaria dopo gli arresti del giugno scorso.
Solo pochi giorni fa il nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio è venuto insieme a Cantone, al presidente della Regione Luca Zaia e al nuovo sindaco Brugnaro, a vistare le paratoie del Mose.
E magistro ha consegnato a Cantone e al prefetto di Roma Gabrielli la sua relazione sui primi sei mesi di attività. «Ai danni per la collettività provocati dalla corruzione sistemica», ha concluso Cantone, «poteva aggiungersi il rischio di vedere compromesso il completamento di un’opera di inestimabile valore per il Paese.
Il «commissariamento» ha scongiurato questo rischio, e ha posto le basi affinché l’opera venga realizzata nei modi e nei tempi previsti e con costi, per quanto ancora possibile, non più condizionati dal malaffare».
Risultati che Magistro ha definito «incoraggianti» che hanno consentito di superare lo scettiscvismo iniziale.
Controlli non solo contabili che sono ancora in corso. Per provare ad allontanare dalla grande opera dubbi e ombre su procedure viziate negli ultimi anni dalle tangenti e dalla corruzione.(a.v.)
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