Blitz notturno sui bus a piazzale Roma: ladri fermati, ma sono già liberi

Effetto Cartabia: la Locale li ha bloccati con le mani negli zaini dei turisti, ma il procedimento è destinato ad arenarsi

Giacomo Costa
Il blitz a piazzale Roma
Il blitz a piazzale Roma

La squadriglia di tagliaborse è stata notata subito, ma prima di bloccarla gli agenti hanno aspettato di poter cogliere i ladri con le mani nel sacco - o meglio nello zaino, letteralmente parlando.

E poi, a costo di una lunga scalata oltre la barriera linguistica, gli uomini del nucleo anti-borseggi sono anche riusciti a convincere quella comitiva di giovani turisti a sporgere querela. Eppure il lavoro della polizia locale - l’appostamento, il blitz, l’arresto in flagranza, le carte compilate a tarda sera - alla fine si è risolto nel solito modo, quello che ha accomunato il 98 per cento dei casi di furto con destrezza interrotti dalle forze dell’ordine tra gennaio e oggi: una denuncia a piede libero, un procedimento giudiziario che partirà per non concludersi mai, arenandosi alla seconda udienza quando, a distanza dei due mesi richiesti dalla difesa per organizzarsi, i derubati non si presenteranno in tribunale perché ormai tornati da settimane a casa propria, dall’altra parte del mondo.

Domenica sera gli agenti del comando del Tronchetto erano a caccia: lasciate le divise in armadietto, gli uomini della squadra specializzata si sono messi alla ricerca della banda che da mesi batte la zona del terminal automobilistico, prendendo di mira i turisti prima che si infilino in un mezzo pubblico, sia questo un autobus o un vaporetto. D’altronde lo dicevano anche i “Veneziani non distratti”, parlando dal microfono del corteo di domenica: «Piazzale Roma, alla sera, fa paura». La polizia locale lo sa bene, conosce i volti e i metodi dei borseggiatori che orbitano in centro storico, il gruppo che imperversa tra la biglietteria e gli imbarcaderi è capitanato da un veterano più che noto alle forze dell’ordine.

Non ci è voluto molto, insomma, perché i poliziotti in borghese riconoscessero un uomo e due donne: tre personaggi già schedati, una lista di precedenti vecchi e nuovi che parla per loro; gli agenti li hanno tallonati, sicuri di poterli cogliere sul fatto, e nell’arco di pochissimo hanno avuto ragione. Intorno alle 22 i tre ladri si sono messi alle spalle di una comitiva di ventenni, un gruppo proveniente dagli Stati Uniti che, dopo aver ispezionato le varie fermate, si è infilato all’interno di un autobus della linea 7E, evidentemente per rientrare in una struttura di Mestre dove alloggiavano. Prima che il mezzo pubblico partisse - i borseggiatori non volevano certo restare incastrati in una corsa verso la terraferma - le mani si sono allungate sullo zainetto di una 23enne del gruppo; a quel punto, sono intervenuti gli uomini della Locale.

Ne è seguito un mezzo parapiglia: gli americani faticavano a capire cosa stesse succedendo e, mentre il personale Actv spegneva il motore e i poliziotti mostravano i distintivi, si è reso necessario l’intervento della guida turistica che accompagnava i ragazzi per spiegare loro di essere appena stati salvati da un furto. Superata la confusione, gli stranieri sono stati convinti a compilare tutte le carte per la querela di parte, indispensabile per procedere, ai sensi della legge Cartabia. Il problema, però, rimane con la richiesta inevitabile dei termini a difesa, per cui nessuno degli statunitensi potrà essere ancora a Venezia tra due mesi. E, infatti, nel frattempo i tre tagliaborse sono stati denunciati a piede libero. —

 

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