Biologia marina a Chioggia, la convenzione con Padova si allunga

Palazzo Grassi all’università di Padova per un periodo che potrebbe arrivare a 20 anni. Sarà potenziato il corso di Scienze infermieristiche, si valutano eventuali altri corsi

Elisabetta Boscolo Anzoletti

Convenzione più lunga per Biologia marina a Palazzo Grassi, potenziamento di Scienze infermieristiche e valutazioni approfondite per nuovi corsi universitari a Santa Caterina o in altri edifici comunali, vuoti e velocemente utilizzabili.

Queste le tre prospettive emerse nell’incontro tra il sindaco Mauro Armelao e la rettrice dell’ateneo patavino Daniela Mapelli che si è tenuto venerdì pomeriggio per sancire vecchie e nuove collaborazioni tra i due enti.

«Già dalla prossima settimana gli uffici comunali del Patrimonio e l’ufficio Convenzioni dell’Università saranno al lavoro per scrivere la nuova convenzione pluriennale per l’utilizzo in via esclusiva da parte dell’università di tutto l’edificio di Palazzo Grassi», spiega il sindaco Armelao

«vogliamo dare garanzie di continuità a Biologia marina pertanto si lavorerà su una convenzione di almeno 10-20 anni così da evitare continue proroghe ogni cinque anni o precarietà. Biologia marina è una certezza per Chioggia e motivo di grande orgoglio e vogliamo darvi ossigeno, oltre a potenziare il nuovo corso di Scienze infermieristiche che è partito a ottobre in Val da Rio con 40 iscritti, ma che vogliamo portare a regime, con i 50 posti, già dal prossimo anno».

All’incontro hanno preso parte anche il vicesindaco Elena Zennaro, gli assessori Angelo Mancin, Maria Rosa Boscolo Chio, Sandro Marangon, che curerà i rapporti con l’università, il consigliere comunale Davide Vianello, delegato UniSmart (fondazione dell’università di Padova), il dirigente al Patrimonio Stefano Penzo e il dirigente della Ragioneria Daniele Lazzarini.

«Le volontà politiche sono chiare», spiega il sindaco, «ora i tecnici le tradurranno in atti formali. Abbiamo parlato a lungo anche dell’ex convento di Santa Caterina, come possibile nuovo contenitore universitario. La rettrice si è riservata di fare delle valutazioni approfondite perché si tratta di un complesso importante, di 5.500 metri quadri, che necessita di forti economie per il restauro e poi di economie importanti per la gestione ordinaria»

E ancora: «Chioggia non è Milano e occorre valutare anche il possibile bacino di utenti universitari, legati a possibili corsi da spostare in città. Da parte nostra rimane la disponibilità a acquistare il compendio, a fronte di un cenno formale dell’università sull’utilizzo, fermo restando che per possibili nuovi corsi possiamo mettere a disposizione, in tempi più rapidi e con investimenti più contenuti dell’università, anche edifici scolastici non più utilizzati, come la Gregorutti, in pieno centro storico, o altri. L’incontro è stato utile e molto amichevole. L’importante era ribadire le collaborazioni in corso, su cui c’è piena sintonia, e avviare un dialogo anche su nuove possibili collaborazioni, con i tempi e i modi opportuni».

Al termine dell’incontro, il sindaco ha regalato alla Mapelli un quadro con la rosa dei venti contornata da tutti i nodi con il loro nome, simboli «di un legame che diventerà ancora più forte tra la città di Chioggia e l’università di Padova».

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