I giovani bengalesi nel mirino dei maranza, la richiesta di sigarette pretesto per colpire

Una lunga catena di episodi ai danni di operai, negozianti e rider. Da Marghera a Mestre, sempre più episodi di aggressioni e rapine contro cittadini bengalesi e pakistani. Le comunità lanciano l’allarme: «Siamo prede facili, serve protezione»

Marta Artico
L'esercito a Mestre
L'esercito a Mestre

Bengalesi e pakistani nel mirino delle bande di nordafricani. A metà agosto Abdul Mhade, conosciuto da tutti come Medy, commerciante di Marghera, era stato barbaramente picchiato perché “colpevole” di aver ripreso un uomo che orinava in strada.

Da dietro il suo bancone stava tenendo d’occhio un gruppetto di sbandati che si muoveva tra i marciapiedi di via Rizzardi, quando uno di loro ha deciso di fare pipì contro la vetrina del negozio di parrucchiera Arianna, ma il suo gesto gli è costato un viaggio al pronto soccorso. Il bengalese ha cercato di allontanare gli ubriachi, ma questi hanno reagito con violenza e l’hanno picchiato selvaggiamente.

Le aggressioni 

L’imprenditore Abul Kasan, conosciuto da tutti come “Santo”, è stato accoltellato a fine febbraio 2024, all’interno del suo locale, Skb di Corso del Popolo a Mestre. Si è preso una coltellata per difendere un dipendente da un cliente romeno che non voleva pagare il conto, successivamente arrestato.

Un paio di anni fa a Marghera un 32enne bengalese era stato picchiato da tre uomini italianissimi, perché si era rifiutato di dare loro una sigaretta: sbattendo il capo, si era procurato un forte trauma cranico.

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Rissa in pieno centro a Mestre

Andando a ritroso nel tempo, nel 2023 alla Cita, quartiere popoloso dove vivono moltissimi bengalesi, una donna allora 29enne, Sanuara Sarder, era stata picchiata e strattonata perché portava il velo. Ad aggredirla erano state due donne del posto, una in particolare, che glie lo avevano strappato in segno di sfregio.

Ma la storia potrebbe continuare con i rider, nel mirino di delinquenti che cercano di portargli via il guadagno della giornata e approfittano del fatto che sono stranieri. Gli episodi di bengalesi e pakistani rapinati, picchiati e feriti, sono numerosi. «Purtroppo in via Poerio si spaccia, aggressioni ed episodio di violenza si ripetono» commenta Prince Howlader, di Giovani per l’Umanità.

«Chiediamo sicurezza» spiega Kamrul Syed «Per le donne e gli uomini, altrimenti c’è il pericolo di farsi giustizia». Più di una volta i rappresentanti delle comunità della città, hanno lanciato l’allarme, sostenendo che prima o poi i giovani inizieranno a difendersi».

Spesso e volentieri, infatti, i bengalesi, donne e uomini, che si trovano alle fermate di Corso del Popolo, vengono derubati da sbandati e ladri che li considerano prede facili a cui rubare il portafoglio, il denaro che hanno in tasca, o nel tentativo si strapparli la borsetta o il marsupio.

Sicurezza 

E siccome sono spesso fumatori, una delle scuse che viene utilizzata, è quella di chiedere loro se hanno da accendere, oppure una sigaretta. La stessa cosa vale per i bengalesi con il cellulare in mano, intenti a camminare per la strade di via Piave, via Cappuccina. Corso del Popolo. Numerosi i casi in cui la comunità ha denunciato stranieri e spacciatori che pedinano i bengalesi per strappare loro il cellulare non appena lo tirano fuori. E vale anche per i lavoratori di Fincantieri che salgono in bus.

Qualche giorno fa un bengalese a cui era appena stato rubato un cellulare da tre africani, in preda alla disperazione e al panico (aveva litigato con la moglie che pensava lo volesse lasciare ed era stato alleggerito dello smartphone), si è gettato dalla finestra del terzo piano dell’appartamento di un un amico in via Col Moschin, per fortuna senza conseguenze mortali.

Nel mirino di bande di malviventi, ci sono anche i bengalesi che lavorano nel campo della ristorazione a Venezia e la sera tornano a casa, a volte con il denaro delle mance della serata. Più di qualcuno di loro è stato accoltellato perché considerato una preda sin troppo facile, da parte di bande di italiani o stranieri che andavano in cerca di denaro facile. —

 

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