Banca Prealpi - San Biagio, fusione anticrisi

I due istituti cooperativi si uniranno il 19 maggio: 350 milioni di patrimonio e 100 mila clienti. Ora le pre-assemblee



Il 19 maggio i soci di Banca Prealpi si esprimeranno sulla fusione con la Bcc San Biagio, di Fossalta di Portogruaro. Tra qualche mese nascerà un colosso tra le prime cinque cooperative italiane: «Ci auguriamo il massimo consenso da parte dell’assemblea» commenta Carlo Antiga, presidente della Bcc Prealpi, «è un progetto nuovo rispetto alle “solite” fusioni, entrambi gli istituti hanno un’ottima situazione di redditualità e patrimonio».

Come sarà la nuova banca, a partire dal nome.

«Sarà Banca Prealpi-San Biagio, un istituto da 350 milioni di patrimonio (noi oggi siamo a 250 milioni circa) con l’obiettivo di andare oltre i 100 mila clienti. Copriremo un territorio molto più vasta che includerà il Basso Veneto e parte del Friuli. Sarà un percorso lungo, un fidanzamento ponderato nel tempo. Dal primo gennaio siamo nel gruppo di Cassa Centrale, avremo un ruolo importante nei confronti della capogruppo e saremo una delle banche più grandi dal punto di vista dimensionale».

Cosa cambierà per i clienti? Le filiali resteranno le stesse di oggi?

«Non cambierà nulla, anzi, offriremo più servizi per esigenze particolari. Manterremo tutte le identità del nostro territorio, compreso il mutuo soccorso».

Perché allora fondersi?

«Il mercato bancario oggi è molto difficile, si deve cercare non solo di mantenere la propria natura cooperativistica, ma anche di migliorare i servizi al territorio. Abbiamo individuato ambiti di efficientamento e di migliore utilizzo delle risorse per fare sì che la banca possa essere competitiva sempre. I due cda sono stati coraggiosi».

Perché il mercato delle banche è in difficoltà?

«La redditività degli istituti è a un livello molto basso. Bisogna avere una visione diversa del mercato per offrire servizi e prestazioni aggiornate con le esigenze. La sfiducia degli investitori si sente, il rallentamento degli investimenti, anche quelli per le ristrutturazioni aziendali, in questi primi mesi dell’anno è evidente, specie se ci confrontiamo con lo stesso periodo dell’anno scorso. Non siamo ancora al blocco totale, ma percepiamo grande cautela tra gli addetti ai lavori. Servono strutture adeguate per queste sfide».

Su quali settori scommetterebbe per il 2019?

«Siamo fortunati perché quello in cui operiamo è un territorio molto fertile. L’agricoltura ci sta dando molte soddisfazioni, con l’exploit del Prosecco ma non solo. E non dimentichiamo un’industria altrettanto valida, soprattutto sui mercati esteri. Non vedo un ambito più forte degli altri, il nostro in ogni caso è un motore ben acceso e vivo».

È fiducioso sull’esito dell’assemblea?

«Il consenso rafforzerebbe le posizioni di tutti, anche dei clienti. La prossima settimana stileremo un calendario delle pre-assemblee sul territorio per spigare il piano nei dettagli. È un momento storico delicato. Gli eventi degli anni scorsi hanno ridotto la fiducia nelle banche, il percorso per riacquistarla parte anche da questi progetti». —



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