Avannotti di anguilla imprenditore nei guai

Voleva trasportare da Venezia all’Asia una specie in via di estinzione di anguilla europea, ma è stato scoperto dalla Guardia di Finanza che lo ha denunciato.
L’uomo, un commerciante italiano, ha tentato ieri di oltrepassare la dogana dell’aeroporto Marco Polo con 90 colli contenenti 700 mila avannotti della specie di pesce protetto Anguilla Anguilla. Se il piano fosse riuscito, l’imprenditore avrebbe portato oltre il confine un carico del valore di un milione di euro.
La minuziosa attività di controllo della Squadra Operativa Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione) della Compagnia di Tessera, ha permesso però di intercettare il traffico illegale e lo ha fermato. Il carico di seicentomila avannotti (i piccoli dai tre ai cinque anni di anguilla) è stato poi liberato in diversi punti del fiume Sile che da ieri si è arricchito di una specie protetta.
«In questo caso abbiamo fermato un carico nella dogana, ma da inizio anno abbiamo anche fermato singoli passeggeri in possesso di prodotti che sono protetti dalla convenzione di Washington» spiega la comandante Barbara Femminili, a capo del corpo della Guardia di Finanza che si occupa del controllo doganale in materia di commercio illegale della flora e della fauna in via di estinzione «Capita per esempio che gli sposi di ritorno dai viaggi di nozze arrivino con dei coralli come souvenir che non si possono prendere. Abbiamo poi trovato anche passeggeri con dei teschi di scimmie o delle teste di coccodrillo e perfino un bucero dall’elmo, rarissimo uccello che vale tantissimo».
I controlli si estendono anche ad alcuni prodotti come alcune scarpe che potrebbero essere rivestite internamente di coccodrillo o di altri animali protetti. «C’è poca informazione» prosegue Femminili «Molti sposi di ritorno dalla Luna di Miele per esempio dicono che hanno trovato i coralli sulla spiaggia, ma comunque non si possono prendere».
Alcune specie, come i teschi di scimmia Macaco, si possono prendere e così anche alcune specie di anguilla, ma non quella in questione. Il commerciante probabilmente sperava che la Squadra Operativa Cites non se ne accorgesse e di poter raggiungere i mercati asiatici. «Le indagini sono in corso» prosegue la comandante «Il veterinario che ha visionato la merce ha detto che il carico potrebbe provenire o dal Mare del Nord o dalla coste portoghesi».
La Squadra Cites è stata istituita lo scorso anno, alla luce dei nuovi compiti di vigilanza attribuiti alla Guardia di Finanza dal recente riordino delle Forze di Polizia, attuato con il Decreto Legislativo n. 177 del 2016. La norma prevede che il nuovo Corpo si occupi del controllo doganale in materia di commercio illegale della flora e della fauna in via di estinzione, ai sensi delle convenzioni internazionali vigenti e della relativa normativa nazionale comunitaria, precedentemente sviluppati dal Corpo Forestale dello Stato.
Dopo le analisi sulle anguille, la Squadra Cites, in collaborazione con la provincia di Treviso e con il servizio della polizia provinciale ittico venatoria, ha liberato le ceche di anguilla a Casier, Casale sul Sile e Cendon. L’operazione di sequestro compiuta ieri all’aeroporto Marco Polo è la più grande dall’inizio del 2018: «Dopo l’istituzione di questa Squadra speciale» conclude Femminili «il nostro lavoro si è potuto affinare molto di più. Abbiamo infatti aumentato l’analisi del rischio di traffico illegale e di trasporto di specie protette in modo da rispettare le indicazioni della convenzione di Washington».
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