«Autoritratto sparito, me l’hanno rubato»

CHIOGGIA. Sparito l’autoritratto di Amedeo Signoretto. La tela, premiata a Milano a palazzo Reale nel 1965, è stata rubata durante le operazioni di trasloco che stanno impegnando l’artista da qualche settimana. Prima di procedere con la denuncia, formalizzata lunedì al commissariato di polizia, Signoretto ha cercato l’opera ovunque, rovistando in ogni angolo della vecchia bottega e del nuovo magazzino.
Una ricerca minuziosa che si è conclusa con l’amara constatazione del furto. «Sono profondamente ferito», racconta l’artista, «era un’opera a cui ero legato, che ritraeva gli anni della mia giovinezza, faceva parte del mio archivio personale, non ho mai voluto venderla proprio per l’immenso valore affettivo. Vi era anche un valore oggettivo perché l’opera era stata anche premiata a Milano, da una giuria prestigiosissima, ma non mi è mai piaciuto quantificare in denaro l’arte. Prima di procedere con la denuncia ho voluto guardare dappertutto, poi ho dovuto arrendermi all’evidenza del furto».
Si tratta di un olio, 50x60 centimetri, realizzato negli anni Sessanta, senza cornice, privo di firma e che riporta sul retro una copia di Utrillo eseguita dall’artista. Riflettendo sulle possibili dinamiche del furto, il pittore è risalito al periodo della sparizione e ha anche delle ipotesi su chi possa essersene appropriato.
«Di certo il furto risale al periodo dal primo al 19 febbraio», racconta Signoretto, «quando ero impegnato a sgomberare, mio malgrado, la bottega storica in cui ho esposto i miei lavori per 23 anni. Il quadro era lì, poi nei movimenti di trasloco è sparito. Ho anche qualche idea, ma come ho riferito agli agenti del commissariato non ho prove. Quel che mi preme è far sapere che l’autoritratto è stato rubato, diffonderne le foto in modo che chi dovesse essere contattato per acquistarlo sappia che è stato trafugato».
Signoretto, ha vissuto per un periodo a Milano per approfondire la formazione studiando all’accademia di Brera, ma nell’84 è tornato a Chioggia. Dieci anni dopo ha aperto una bottega d’arte e di pittura lungo canal Vena, nel quattrocentesco palazzo Lisatti Mascheroni, divenuta punto di riferimento importante per gli appassionati d’arte. «Dover lasciare la bottega già mi ferisce», spiega l’artista, «il furto è stato un ulteriore dolore».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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