Autisti Actv e mal di schiena a Mestre, il giudice decide: «È malattia professionale»

Il Tribunale del lavoro accoglie i primi due ricorsi (di 40 in totale) contro l’Inail Il patronato Cgil Trasporti: «Vibrazioni, mezzi vetusti e pause sosta saltate»
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, piazzale Cialdini/ Dal 9 gennaio 2017 modifiche di alcune linee bus
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, piazzale Cialdini/ Dal 9 gennaio 2017 modifiche di alcune linee bus

MESTRE. Per quasi trent’anni hanno guidato gli autobus Actv, convivendo a lungo con dolorose ernie alla schiena. Una patologia che ora il Tribunale del lavoro ha riconosciuto come malattia professionale, dovuta alla mancanza di comfort e ammortizzatori adeguati delle cabine di guida dei vecchi autobus Actv (alcuni dei quali in servizio fino al 2012), condannando l’Inail a riconoscere un indennizzo per il danno biologico. Così ha decretato la giudice Chiara Coppetta Calzavara in due recenti sentenze.

Una quarantina i lavoratori che la Cgil sta seguendo in cause simili nei confronti dell’Inail, che ha negato l’origine professionale della malattia: ma per il giudice la correlazione tra ernie, vibrazioni e sobbalzi alla guida dei vecchi bus è acclarata.

«Abbiamo prodotto molteplici argomentazioni», spiega l’avvocata Marta Capuzzo dello studio Legale Moro, che ha seguito il contenzioso per conto del Patronato Inca Cgil, «che i mezzi condotti dagli autisti veneziani erano vecchi (immatricolati nel corso degli anni 80’ e 90’) e dotati di sedili con caratteristiche ergonomiche superate; che tutti i migliori studi scientifici epidemiologici hanno da anni rilevato la correlazione tra patologie al rachide e guida di mezzi di trasporto pubblico sia in ragione dell’entità delle vibrazioni al corpo che di altri fattori, quali la prolungata postura assisa e l’assenza di pause a causa del traffico".

"La giudice, anche alla luce dei risultati della consulenza tecnica disposta d’ufficio, ha accolto le domande dei lavoratori affermando, nella sostanza, che il parco di Actv era ed è ancora in parte composto di mezzi vetusti che provocano livelli di vibrazioni al corpo intero ben superiori rispetto a quelli indicati da Actv all’Inail». Consulente medico legale dei lavoratori, il dottor Antonio Regazzo, Coordinatore del Patronato Inca Cgil.

Venezia è partita con il progetto “malattie professionali per gli autisti dei mezzi pubblici urbani” nel 2015. «Abbiamo fatto riunioni coi lavoratori», ricorda Angelica Alfano, responsabile dei danni da lavoro, «e distribuito una cinquantina di questionari: 40 autisti avevano i requisiti per essere chiamati a visita col nostro medico del lavoro e procedere con il certificato di malattia professionale per problemi lombo-sacrali. L’Inail ha bocciato tutte le domande, per mancanza di rischio o di nesso di causa. Siamo andati in causa. A oggi abbiamo vinto 5 cause».

«Le sentenze parlano chiaro», conclude Valter Novembrini, segretario della Filt di Venezia, «il lavoro dell'autoferrotranviere internavigatore è usurante e di questo va tenuto conto a livello legislativo».

Inail potrà ricorrere in appello. E Actv come commenta? «Non siamo parte in causa in relazione alle sentenze in argomento che è esclusivamente tra soggetto interessato e Inail. Non conosciamo gli atti di causa: i nostri mezzi sono conformi alle normative sulla sicurezza e ovviamente omologati dalle case costruttrici».



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