«Assoluzione, un atto di giustizia»

SAN MICHELE. «Siamo felici che la magistratura abbia fatto la valutazione più giusta». Giustizia è fatta. È quello che traspare dalle parole di Gianfranco Lorenzon, presidente della Poolmeccanica Lorenzon, forse la più storica azienda di San Michele. Mercoledì il fratello Diego è stato assolto con formula piena dall’accusa di omesso versamento di ritenute certificate, per circa 260 mila euro, relative all’Irpef 2012. Per il giudice non c’è stato alcun dolo nel comportamento di Diego Lorenzon, all’epoca presidente dell’azienda. È stato solo il gesto di un imprenditore che, di fronte alla crisi e all’implacabile stretta del credito, ha pensato prima di tutto a salvare l’azienda e le famiglie dei dipendenti.
Proprio quanto ha raccontato in aula Diego Lorenzon che, nonostante la possibilità di rinviare il processo a una nuova udienza e alcuni problemi di salute, ha preferito che il dibattimento fosse subito celebrato. Assistito dagli avvocati Giovanni Moschetti e Paolo Dell’Agnolo, Diego Lorenzon ha rilasciato dichiarazioni spontanee ripercorrendo quanto accaduto. Una storia simile a quella di tanti coraggiosi imprenditori del Nordest. Nel 2008 anche la Poolmeccanica è coinvolta nella crisi economica. E poi la stretta delle banche che chiudono i rubinetti del credito. «Tranne la Bcc di Fossalta, l’unica che ci ha dato una mano, anche loro capendo l’importanza di mettere prima le persone che i numeri», ricorda Gianfranco Lorenzon. Alla stretta delle banche, si aggiungono i mancati pagamenti ricevuti dall’azienda, che all’epoca non riusciva a incassare crediti per 420 mila euro dagli enti pubblici. Allora la strada più facile sarebbe stata forse quella di portare i libri in Tribunale.
Ma Diego Lorenzon e i fratelli Gianfranco e Paola decidono di tenere duro. Non licenziano nessuno, anzi tengono in piedi l’azienda e vi investono tutto quello che hanno. Lorenzon ha ricordato come negli ultimi dieci anni l’azienda abbia pagato oltre sei milioni di tasse e come la Guardia di Finanza non abbia trovato alcuna irregolarità nei bilanci. Scelte, quelle di Diego e della famiglia Lorenzon, che si sono rivelate vincenti. La scommessa dell’internalizzazione sta dando i frutti e, in un mercato ancora difficile, l’azienda ha saputo consolidarsi e stare al passo con il mondo cambiato.
Ora è arrivata anche l’assoluzione a chiudere il passato. «Quello che è emerso nell’udienza è davvero la realtà delle cose. Ovvero il fatto che abbiamo pensato prima ai dipendenti, alle famiglie e a salvare l’azienda», conclude Gianfranco Lorenzon, «noi ci sentiamo parte di un unico progetto con i nostri collaboratori. Portare i libri in Tribunale sarebbe stato tradire le persone che ci sono sempre state vicine. Nel periodo di crisi i nostri dipendenti hanno fatto il massimo per l’azienda, dimostrando un attaccamento importante. Allora tutto è stato fatto nella maniera più onesta che si poteva fare. L’assoluzione ci ha reso felici perché è stata capita la situazione». (g.mon.)
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