Assolta a Padova l’ex Soprintendente Anna Maria Spiazzi

L’ex Soprintendente per i Beni artistici e storici di Venezia, Padova e Treviso Anna Maria Spiazzi, ora in pensione, è stata assolta perché il fatto non sussiste, ieri, dal giudice dell’udienza preliminare di Padova Lara Fortuna, dopo che il pubblico ministero Bendetto Roberti ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per aver trasferito frammenti di affreschi di Andrea Guariento, di Andrea Mantegna e di Antonio Vivarini dalla chiesa degli Eremitani a Padova al Convento di Santa Caterina a Treviso, abbandonandoli poi nel sito trevigiano. I difensori, gli avvocati veneziani Alfiero Farinea ed Elio Zaffalon, prima hanno chiesto il processo con rito abbreviato, quindi si sono battuti per l’assoluzione.
I fatti risalgono al 2011, quando nel Museo civico di Santa Caterina venne organizzata una mostra, ma da Padova furono spediti non solo quei quattordici frammenti che dovevano essere ammirati dal pubblico, ma ben tre casse, circa una cinquantina, in modo che fossero restaurati. Gli avvocati Farinea e Zaffalon hanno compiuto le indagini difensive, interrogando numerosi testimoni e depositando i verbali. Don Lucio Guisso, allora parroco degli Eremitani, ad esempio, spiega di aver dato l’autorizzazione a trasferire i frammenti: «Vennero messi a disposizione della Mostra una decina di frammenti, ma tutti quelli rinchiusi nelle casse avevano bisogno di restauro (l’ultimo era stato quello immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, quando la chiesa fu sottoposta ad un terribile bombardamento), la Diocesi ha dato con il mio consenso l’autorizzazione alla Soprintendenza per il restauro». I due legali veneziani, inoltre, hanno dimostrato che sulla base delle circolari del ministero per i Beni culturali, «non sussistono dubbi che per lo spostamento temporaneo l’autorizzazione sia attribuita alle Soprintendenze di settore», quindi alla stessa Spiazzi. Per gli avvocati Farinea e Zaffalon, quindi, le operazioni di trasferimento e restauro, «sono regolari perché autorizzate dalla proprietà e di competenza del soprintendente di settore». Per quanto riguarda l’abbandono, la difesa sostiene che così non è, visto che i frammenti sono stati conservati nel Museo civico di Treviso, in locali «adibiti a deposito, allarmati e climatizzati, dotati di servizio di guardiania».
Tra l’altro, il 4 agosto 2011, lo stesso anno della Mostra a Treviso, i 14 frammenti utilizzati e in prestito sono stati restituiti alla parrocchia degli Eremitani, gli altri 51, invece, sono stati restituiti il 22 ottobre di due anni fa, dopo il loro restauro e all’atto del dissequestro. Per tutto questo, la difesa ha sostenuto «l’evidente insussistenza di circostanze pregiudizievoli alla conservazione e integrità dei beni in questione», chiedendo l’assoluzione perchè il fatto no0n sussiste per Anna Maria Spiazzi. E così il giudice padovano ha disposto.
Giorgio Cecchetti
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