Arsenale, le mura tornano a splendere: restauro finito a novembre 2026

A settembre l’intervento in rio della Tana: 60 barche rimosse e spostate in darsena a Sant’ Elena

Eugenio Pendolini
Le mura dell'Arsenale di Venezia prima e dopo l'intervento di restauro
Le mura dell'Arsenale di Venezia prima e dopo l'intervento di restauro

Ci vorrà poco meno di un anno e mezzo per vedere tirate a lucido - e soprattutto in sicurezza - le mura monumentali dell’Arsenale. Mattoni spezzati, caverne a pelo d’acqua provocate dal moto ondoso.

E addirittura piante cresciute tra le fessure che compromettono la tenuta dell’intera struttura. In questi primi undici mesi di cantiere, proprio su questi aspetti si sono concentrati i lavori coordinati dal Comune e finanziati dal Pnrr per complessivi 25 milioni, parte di quei 170 milioni complessivamente messi a disposizione per l’Arsenale.

Ora però si procede a spron battuto. Al punto che, fa sapere l’assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariotto, a fine settembre si procederà con il rifacimento del tratto di muratura che corre lungo rio della Tana.

Qui è ormeggiata una sessantina di imbarcazioni, che dovranno quindi essere sgomberate. Per questo motivo, il Comune ha già trovato una darsena provvisoria ad hoc a Sant’Elena a disposizione dei proprietari delle imbarcazioni almeno fino alla fine dei lavori in quel tratto di rio della Tana.

Da recuperare un chilometro di mura

Nel complesso, il cantiere prevede il recupero e il restauro di una lunghezza pari a un chilometro di muratura. Ma è la difficoltà del cantiere a restituire tutta la delicatezza dell’intervento in una delle parti più storiche della città. Basti pensare che in qualche caso i tratti di muratura risalgono a cinque secoli fa, altri sono invece ottocenteschi e risalgono a quando l’Arsenale venne “militarizzato” e affidato alle forze armate italiane.

L’assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariotto
L’assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariotto

«Fino a questo momento sono stati recuperati duecento metri complessivi di muratura», spiega l’assessore Zaccariotto, recentemente in sopralluogo nel cantiere, «adesso siamo partiti con il tratto di mura davanti alla chiesa di San Pietro di Castello, poi si procederà con l’angolo in rio delle Vergini, San Gerolamo e poi, appunto, il rio della Tana. Il delicato intervento prevede il posizionamento di palancole provvisorie, utili a creare il ponteggio che serve a sistemare i mattoni che compongono la muratura. Poi vengono posizionate delle palancole fisse in funzione anti scalzamento ai piedi del muro. Queste servono a rinforzare le fondazioni con del calcestruzzo. Naturalmente ci sono delle parti particolarmente danneggiate per via della presenza di macchie dovute a infiltrazioni d’acqua».

L’intervento di restauro

I restauratori esaminano mattone per mattone, quelli danneggiati vengono restituiti. Si lavora poi per creare una legatura nelle fughe. La prima fase dell’intervento prevede l’applicazione di un erbicida e biocida in modo tale da togliere muffe e vegetazioni che compromettono la stabilità nella parte sommitale. Poi si procede con la rimozione meccanica delle radici e con la rimozione dell’arco del merlo. Poi si interviene con l’applicazione di una malta per il fissaggio del mattoni e il ripristino dei mattoni perimetrali.

«Tutto il lavoro si sviluppa in un’area particolarmente ristretta», aggiunge Zaccariotto, «solamente quando vieni in un cantiere si capiscono le difficoltà. Anche il fatto di costruire queste zattere con i macchinari comporta delle limitazioni e ulteriori difficoltà». Arsenale pronto ad essere rimesso a nuovo, dunque. Dopo l’intervento di restauro alla muratura, è infatti previsto anche lo scavo del rio delle Galeazze che, nelle intenzioni del Comune, dovrà essere riaperto al traffico di mezzi pubblici. —

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia