Arsenale, guard rail e muri di cemento saranno «nascosti»

Progetto del Consorzio Venezia Nuova per «mimetizzare» la banchina. De Simone: «Cerniere fuse più affidabili»

Il cemento armato e i guard-rail davanti all’Arsenale saranno ricoperti di acciaio brunito. Dopo due anni di proteste, il Consorzio Venezia Nuova ha pronto un progetto per la «copertura» delle strutture realizzate davanti alle mura dell’Arsenale per la darsena dei mezzi del Mose: palancole e banchine in cemento armato, guard rail in metallo come si trattasse di un parcheggio di periferia. Invece siamo davanti allo storico Arsenale, che diventerà nella sua parte nord il centro per la gestione e la manutenzione delle paratoia. Pronta la darsena, che ha modificato quella parte di laguna, adesso il Consorzio prova a «nascondere» le nuove strutture in metallo e cemento. Nella parte verso le Vignole la banchina in cemento sarà ricoperta di un acciaio speciale (il «corten») spesso 5 centimetri. Il calcestruzzo sarà verniciato con un colore scuro. L’effetto parcheggio almeno dovrebbe diminuire, anche perché il corten, dicono i progettisti, assume la colorazione dell’ambiente circostante. Lavori che intanto procedono nell’area delle bocche di porto ma anche in laguna nord, con la «ricostruzione» delle barene con fanghi scavati in bocca di porto. Interventi contestati dagli ambientalòisti dal momento che nell’area in questione, tra Murano, Vignole, Arsenale e canale delle Navi, le barene non sono mai esistite. Vanno avanti anche i lavori del Mose in bocca di porto di Lido. I cassoni in calcestruzzo sono stati calati sul fondo lato Treporti. Entro il 2013 la prima barriera dovrebbe essere funzionante. Non si placa intanto la polmeica sulle cerniere, il delicato meccanismo che unisce i cassoni alle paratoie. L’ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva ha denunciato di essere stata allontanata «forse proprio perché criticavo quei tipi di cerniere», saldate e non fuse. Cerniere che avevano avuto qualche problema, afferma l’ex consulente del Comitato tecnico, l’ingegnere Lorenzo Fellin. Hanno risposto altri due ingegneri consulenti del Comitato, Gian Mario Paolucci e Renato Vitaliani, assicurando che le cerniere saldate prodotte dalla Fip di Selvazzano (azienda di proprietà della Mantovani, maggiore azionista del Mose) «funzionano benissimo». «Discussione superata», aveva detto il presidente di Mantovani ingegner Piergiorgio Baita, «quando si è deciso di costruire le paratoie in quel modo si è deciso anche di utilizzare le cerniere saldate».

Ma a sollevare dubbi è anche un altro esperto di costruzioni sottomarine, l’architetto Fernando De Simone, rappresentate in Italia della Norconsulting che ha realizzato le dighe di Rotterdam. «Le cerniere fuse sono molto più sicure anche in caso di terremoto», dice. E cita un volume della ditta fiorentina Ocem, che produce presse vendute in tutto il mondo. «L’assenza di saldature e microcavità nascoste, zone tensionate o snervamenti», si legge nella pubblicazione, «assicura una durata elevatissima, non ottenibile con cilindri ottenuti da tubi o barre o lamiere saldate».

Alberto Vitucci

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