Antiquario di San Tomà

Umberto Guarinoni si definisce un ribelle che mal sopporta essere comandato. E così da ragazzo prima non studia per diventare avvocato come volevano i genitori e poi trasforma l’attività della...

Umberto Guarinoni si definisce un ribelle che mal sopporta essere comandato. E così da ragazzo prima non studia per diventare avvocato come volevano i genitori e poi trasforma l’attività della famiglia. Da bottega che realizzava e restaurava mobili a negozio di antiquariato dove si continua sì a restaurare i mobili e a indorare cornici e vari fregi di mobili e quadri, ma soprattutto si commercializza oggetti di pregio. La bottega di San Tomà è stata aperta quasi cent’anni fa dal nonno Vittorio. Questi è un abile falegname che diventa ben presto punto di riferimento per i nobili veneziani del tempo.

Pochi sono i palazzi che non ha visitato e che non abbiano un mobile realizzato da lui. Dopo Vittorio, arriva Gian Carlo, padre di Umberto. Per Gian Carlo sono fondamentali gli incontri che fa durante le pause pranzo. Infatti era sua abitudine pranzare alla “Trattoria da Miro ai Padovani” frequentata dai più noti pittori veneziani, come Cherubini, Novati, Mori, Parmigiani, Tancredi, Scarpa, Croce, Carena, che hanno fatto innamorare Gian Carlo al punto che iniziò ad acquistare le loro opere per commercializzarle insieme alle decorazioni nei mobili.

La figlia dell’oste

In realtà Gian Carlo in trattoria entra perché “fulminato” dalla bellezza della figlia dell’oste. Ragazza che diventa sua moglie. «Mia madre era bellissima, assomigliava a Sofia Loren, e mio padre ci ha passato ore e ore in quella trattoria», racconta ora Umberto, che spiega l’arte dell’indoradore ai bambini durante corsi che organizza con le scuole. «Bisogna abituare le nuove generazioni al bello se si vuole mantenere viva questa città». —

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