Anoressia, un problema anche maschile
Il grido d’allarme al convegno sui disturbi alimentari. Finora il rapporto donna-uomo era di uno a nove

Sono disposte a tutto pur di essere perfette, anche a morire. Quando non ci riescono si puniscono, mortificandosi senza pietà. Lo fanno imponendosi di vomitare il cibo, oppure riempiendo il proprio corpo fino a deformarlo. Dietro ai disturbi alimentari – anoressia, bulimia e obesità – si nasconde una sofferenza che non riesce a essere espressa, ma solo mostrata attraverso un corpo disperato. A San Leonardo i volontari dell’Aba di Venezia (Associazione per lo studio di anoressia e bulimia) hanno presentato il libro “Bisogna pur mangiare” dello psichiatra e psicoterapeuta Leonardo Mendolicchio, membro del comitato scientifico dell’associazione nazionale con sede anche a Venezia (Fondamenta Rio Novo 3648/A, telefono 041.5229548). Nel 2016 in Italia 3.240 persone sono morte per anoressia.
Bulimia e anoressia costituiscono il 90% dei disturbi alimentari. L’età di esordio dell’anoressia cade tra i 10 e i 30 anni, con una media di insorgenza attorno ai 17 anni. L’incidenza maggiore di nuovi casi tra le donne è tra i 12 e i 25. Il rapporto maschi-femmine è stimato pari a 1 a 9, ma il numero di maschi è in crescita e in particolare è in aumento in età adolescenziale o pre-adolescenziale. Esiste un continuum tra bulimia e anoressia ed è frequente la transizione tra un disturbo e l’altro.
L’Usl 3 Serenissima fronteggia il disturbo alimentare a Venezia e a Favaro. Nel reparto di pediatria dell’Ospedale Civile c’è il centro di riferimento provinciale per l’obesità infantile. A Palazzo Boldù e nel distretto sanitario Favaro invece si può andare per i disturbi alimentari in generale.
Già dagli anni Settanta, quando la problematica del sovrappeso nei bambini non era così frequente, Venezia cominciava a interessarsi e a rispondere. Oggi, sotto la responsabilità del dottor Andrea Cattarozzi, l’ambulatorio per Obesità pediatrica attua circa 230 visite all’anno, con una media di 70 casi nuovi all’anno di pazienti fino ai 18 anni.
Il primario di Pediatria Maurizio Pitter ha spiegato che, grazie alla collaborazione con il servizio dietologico, endocrinologico, fisiatrico e neuropsichiatrico infantile, Venezia è in grado di seguire tutto il percorso di cura del bambino. Sono infatti circa una quindicina all’anno i bambini e ragazzi che vengono ricoverati per forme gravi di obesità. Per accedere all’ambulatorio basta prendere un appuntamento al Cup con un’impegnativa del medico per endocrinologica per obesità pediatrica.
Per i disturbi alimentari invece basta telefonare (Palazzo Boldù, telefono 041.5294811 e Favaro, 041.8896925) e prendere un appuntamento con gli specialisti. Inizialmente intervengono lo psichiatra e lo psicologo per capire l’entità del problema, affiancato comunque da uno specialista internista che dà subito delle indicazioni utili a livello nutrizionale.
«L’anoressia» ha spiegato Moreno De Rossi, primario di Salute mentale «può portare a squilibri neurologici, cardiaci e circolatori, della digestione, delle funzioni renali e riproduttive, e anche lo scheletro stesso finisce per subire gravi danni. Così le complicanze della bulimia. Oltre a cervello, cuore e apparato digerente, può danneggiare i muscoli e l’apparato masticatorio, oltre a quello riproduttivo».
Vera Mantengoli
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