Anabolizzanti vietati dalla Thailandia assolto dopo 4 anni

Il 52enne Roberto Siviero appassionato di fitness  era finito nei guai dopo i controlli della Dogana di Milano  Il dolo non è stato dimostrato 

chioggia

Il pacco era stato spedito dalla Thailandia ed era stato intercettato alla dogana di Milano nell’ambito dei consueti controlli perché contenente sostanze organiche. Ad una prima richiesta di chiarimenti da parte delle Poste, Roberto Siviero, chioggiotto di 52 anni, aveva detto che dentro c’erano le fasce per proteggere le mani durante gli incontri di boxe. Invece all’interno del pacco c’erano alcune confezioni di pastiglie di anabolizzanti - tipo Danodol, Matamofen, Andriol, Oxandrolone - che in Italia sono vietati. Era il febbraio di quattro anni fa.

Ieri pomeriggio Roberto Siviero, accusato di spaccio di sostanze anabolizzanti (previsto dalla legge 376 del 2000 sulla “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”), è stato assolto perché il fatto non sussiste dalla giudice monocratica Claudia Ardita.

Il suo difensore, l’avvocato Mauro Serpico, ha sostenuto come il reato di doping richieda il dolo, ovvero la volontà di alterare gare agonistiche. Cosa che in questo caso non è stata dimostrata. Il legale ha evidenziato inoltre come manchino le prove dell’acquisto delle pastiglie e che Siviero abbia effettuato viaggi in Thailandia, ma anche il fatto che non si sia mai riusciti a risalire a chi avesse spedito il pacco. A mancare, insomma, secondo la difesa era l’elemento soggettivo. Solo con il deposito delle motivazioni sarà possibile capire quale sia stato il ragionamento che ha portato la giudice a decidere per l’assoluzione dell’imputato, appassionato di fitness e che su Internet, come ricostruito nel capo d’imputazione, diceva di essere un “wellness advisor”. —

Ru.B.

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