«Ammortizzatori sociali per i lavoratori del mare durante i fermo pesca»

CHIOGGIA
«Per i lavoratori del mare serve un ammortizzatore strutturato ad hoc per soddisfarne appieno le esigenze». Lo afferma in una nota il sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Tiziana Nisini, intervenuta ai lavori del consiglio nazionale della Uila Pesca, riunitosi a Roma per parlare soprattutto di ammortizzatori strutturati per un settore che da tempo ormai chiede garanzie in proposito. Sembrava potessero arrivare dal fondo Cisoa, l’ammortizzatore creato per gli operatori agricoli. «L’indennità di fermo pesca da sola non può essere la soluzione. È indispensabile renderla strutturale e non dover lottare ogni anno per incrementare il fondo in legge di bilancio. Da tempo le parti sociali chiedono l’estensione della Cisoa agricola alla pesca ed il ministero sta lavorando per concretizzare questa richiesta, ma è necessario lavorare nella direzione di poter includere l’utilizzo dell’ammortizzatore anche per i periodi di fermo biologico imposti dal regolamento comunitario».
Al consiglio nazionale della Uila Pesca, aperto da una dettagliata relazione sullo stato di fatto delle marineria italiana della segretaria generale Enrica Mammuccari, è intervenuto anche il segretario regionale Carlo Muccio, vicino naturalmente alle problematiche della marineria chioggiotta, la più importante dell’Adriatico e, assieme a Mazara, anche d’Italia. «La pesca», ha detto Muccio, «è un settore importantissimo della nostra cultura e della qualità della nostra dieta. Tuttavia l’Italia, nonostante gli ottomila chilometri delle sue coste, da decenni sta subendo un grande attacco dalla moda dell’ambientalismo e da quella sfrenata tifoseria che vede prevalere la sostenibilità ambientale rispetto a quella sociale ed economica. Oggi l’85% del pesce che mangiamo è importato dall’estero, che ci batte a mani bassi perché privo di tutte quelle regole che oggi distruggono le imprese ittiche italiane». —
DANIELE ZENNARO
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