Ambulanza da Caorle, 59enne di Jesolo muore d’infarto

Proteste dei familiari per il ritardo nell’intervento al proprio congiunto. l’Usl 4: «Era l’unico mezzo disponibile a quell’ora». L'uomo abitava a 300 metri dall'ospedale

JESOLO. Colto da infarto nella sua abitazione, i familiari denunciano il ritardo nell’arrivo dell’autoambulanza dopo la tragica morte sabato sera. Il cuore di Natalino Zennaro, 59 anni di Jesolo, si è fermato per sempre in via Pordenone 2, al lido Jesolo, a breve distanza dall’ospedale di Jesolo, circa 300 metri in linea d’aria.

Ora la moglie e i parenti denunciano la lunga attesa dell’autoambulanza giunta da Caorle mezz’ora dopo la richiesta di intervento urgente. Minuti interminabili per chi ha cercato di aiutarlo e rianimarlo, anche il fratello medico accorso a casa. Un periodo si tempo che secondo loro è stato decisivo e fatale per Natalino. Sessant’anni tra qualche mese, Natalino si è spento per arresto cardiaco.

Era stato bidello, ora con la pensione di invalidità a causa dei problemi cardiaci di cui soffriva, 540 euro al mese. Aveva lavorato una vita come ferraiolo e solo da una decina d’anni aveva iniziato come bidello presso vari istituti scolastici.

Lascia la moglie Loretta, un figlio Andrea, quindi la nuora e il nipotino. «Natale si è sentito male verso le 20.30 di sabato», ricordano i familiari, «e subito le sue condizione sono apparse disperate. Allertato 118, ci siamo sentiti dire che nel vicinissimo ospedale di Jesolo non c’erano ambulanze disponibili in quanto dalle 20 di sera il servizio di pronto intervento viene espletato da un’unica ambulanza che, fatalità, era impegnata con un incidente stradale.

L’ambulanza libera più vicina è pertanto partita da Caorle. Disperati, abbiamo chiesto aiuto al fratello, medico, di Natalino». Quando è arrivato sul posto con la compagna», aggiungono, «ha subito praticato le basilari manovre di rianimazione per circa 20/25 minuti fino all’arrivo dell’ambulanza da Caorle affiancata, dopo un decina di minuti, dall’equipe di quella di Jesolo di ritorno dall’emergenza.

Purtroppo nonostante il grande impegno dei sanitari, tutti davvero disponibili e professionali, dopo una breve ripresa dell’attività cardiaca, il cuore di Natalino ha cessato di battere stavolta definitivamente. Dobbiamo dire che il personale medico e paramedico si è comportato, dal punto di vista umano e professionale, in modo impeccabile».

«Quando è arrivata la richiesta di soccorso», è la risposta dell’Usl 4, «le ambulanze di Cavallino e Jesolo erano già impegnate in altre emergenze. Il Suem, che gestisce la rete dei soccorsi, a quel punto ha mandato quella di Caorle che poteva intervenire nel più breve tempo possibile».


 

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