Ambulanti al mercato «Provvisori da 50 anni»

MESTRE. Pioggia, vento, caldo soffocante e sempre il sorriso sulle labbra. Gianpaola e Gianfranco Berto, fratello e sorella, sono tra i più “vecchi” ambulanti della città. Padovani di origine, lavorano a Mestre da una vita, dividendosi tra Marghera, il centro e Chioggia («quello sì che è un mercato come si deve dove tutti sono alla pari e c’è vita»). Il mercoledì in via San Pio X, il venerdì in via Fapanni, proprio sopra l’Osellino.
«Nel 1965», racconta Berto, «mi avevano detto “intanto mettiti qui”, stavano ancora costruendo il grande palazzo tra la fine di via San Pio X e la scuola Vecellio, che poi ti spostiamo, non appena troviamo una soluzione definitiva al mercato cittadino. Da quella volta di anni ne sono passati 50 esatti, siamo nel 2015, sono già in pensione e non so quanto lavorerò ancora, ma la postazione finale del mercato non l’ho vista e da decenni mi continuo a spostare in qua e in là tra via San Pio X, via Fapanni, piazzale Cialdini, parco Ponci, una volta persino all’imbocco di viale San Marco, giusto all’altezza dello scarico delle auto. Ho girato sette, otto postazioni».
E sempre in regola con ogni carta, perché altrimenti non si lavora. Racconta ancora: «Da poco meno di dieci anni siamo in via San Pio X, una soluzione che crea disagio a noi e ai consumatori: le postazioni sono piccole, è un’area residenziale e di parcheggio. La gente ci abita, deve tornare a casa, in più stiamo stretti quando invece oggi avremmo bisogno di spazio, basterebbero un paio di metri in più. Invece dobbiamo starci in un’area di sei metri. Così capita che vengano i vigili, che devono fare il loro lavoro si sa, misurano, trovano qualcuno che non è entro i parametri e giustamente multano». Prosegue: «Il mercato in questa posizione», spiega, peggio di così non potrebbe essere, perché non ci sono le condizioni ed è troppo dilatato in termini di spazio: la gente si stanca a camminare dall’altezza di Coin fino a via San Girolamo, fa il giro e poi però non torna più indietro. Del resto è normale che sia così, il mercato dovrebbe trovarsi in uno spazio unico, omogeneo, adatto all’offerta, anche perché porta vita, confronto tra i banchi, concorrenza positiva. Invece solo proposte di trasloco che non si sono mai avverate». E sgomitate per il posto.
Nel caso di via San Pio X disagio alla residenza, alla circolazione, auto che a volte bloccano il passaggio dei mezzi nei giorni di mercato, strada che dire dissestata è un eufemismo, chiusini che fanno vibrare gli autobus. «Il permesso viene rinnovato da anni», precisa, «noi paghiamo il parcheggio, la spazzatura, le utenze, abbiamo persino la chiavetta dei cassonetti». Conclude: «Spero prima di ritirarmi, di vedere un mercato non più provvisorio, in un luogo stabile, con i servizi adatti al consumatore».
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