All’asta i fabbricati della ex Agrimont Tramonta il progetto di città della musica

Mitia Chiarin
Va all’asta il prossimo 30 settembre, base da 2 milioni e mezzo di euro, un pezzo dell’ex Agrimont di via delle Industrie, dietro il Parco scientifico e tecnologico.
Tramonto definitivo per il progetto della “Città della musica” con un’asta per fallimento e la messa in vendita di due edifici in corso di ristrutturazione, originariamente inseriti nell’ex area Agrimont e denominati “magazzino fertilizzanti” ed “ex mensa aziendale” con area coperta e scoperta di circa 12.000 metri quadri. Spazi che nel 2006 furono al centro di un accordo tra Comune di Venezia e Nova Marghera (società del Gruppo Guaraldo) che doveva portare alla riconversione della “Città della musica”, uno dei tanti progetti che hanno fatto sperare per un destino diverso della prima zona industriale. La convenzione con l'amministratore delegato di Nova Marghera Adriana Manaresi Marinese, seconda moglie del padre di Vincenzo, presidente di Confindustria Venezia, risolveva un contenzioso scoppiato dopo l’ok della giunta Costa, e rimesso in discussione dall’ultima giunta Cacciari. Già nel 2005 era emerso chiaro che il sogno della Città della musica, spazio per concerti al coperto, con servizi e ristoranti, era destinata a tramontare.
Le cronache ricordano come la signora Marinese, pubblicamente, in un convegno, spiegò che i tempi della pubblica amministrazione erano allora un evidentemente freno ad investimenti di questo tipo. Un anno dopo si era arrivati all’accordo con il Comune. Ca’ Farsetti cedeva a Nova Marghera un'area di 5 mila metri quadri che comprende il rudere dell'ex Agrimont, a ridosso dell'edificio Lybra del Vega, in modo da consentire il recupero dell'immobile e la realizzazione di quel parco Leisure & retail al posto della Città della musica.
Ma anche di quel progetto non se ne è fatto nulla. E così quegli spazi dell’ex Agrimont hanno ospitato di fatto solo un evento della Biennale con la mostra di Pierre Cardin dedicato alla famosa torre di Marghera, altro progetto tramontato.
Dall’altra parte Nova Marghera cedeva al Comune un vecchio edificio e un'area di 1600 metri quadri in cui la stessa società immobiliare avrebbe insediato laboratori di restauro e depositi di opere di Ca' Pesaro e del Museo Correr. Ora nella procedura di fallimento della Nova Marghera, che subito la stessa sorte della Guaraldo Costruzioni, scatta l’asta di vendita al miglior offerente dei due capannoni industriali. Cosa potrebbero diventare? Dalla perizia per il tribunale dell’architetto Stefano Barbazza si precisa che le destinazioni possono essere varie: commerciale con attività di vendita all’ingrosso per medio-grandi strutture di vendita; direzionale e ricettiva come foresteria; artigianato ma anche come spazio per eventi culturali e spettacolo.
Due milioni e mezzo di euro la base d’asta con offerte da presentare il 29 settembre al curatore fallimentare, il dottor Nardon, indicato dal giudice delegato Silvia Bianchi. E il giorno dopo si andrà alla prima asta di vendita. Un altro pezzo della grande area del Vega che finisce al centro di cessioni scandite dai tribunali. Il pala Expo Aquae, vuoto da anni, è a pochi metri: la società oggi in amministrazione straordinaria - dopo aver acquistato il terreno, noto come Vega 2, per 20 milioni di euro nel 2012. Il debutto dell’edificio fu un flop, perché il Padiglione, unico evento collaterale all’Expo di Milano 2015, deluse le aspettative dal punto di vista sia dell’offerta che dei visitatori.
Il Vega Parco Scientifico e Tecnologico è invece in concordato preventivo: lo scorso anno, sono stati venduti solo due lotti sugli undici lotti messi in vendita per un totale di base d’asta di 19.180.600 euro. —
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