«All’Angelo» chiude e diventa una pizzeria
di Manuela Pivato
Lì dove cenava Santomaso sarà servita la pizza. Nella sala dedicata a Peggy Guggenheim arriveranno gnocchi e bruschette. Al tavolo di Guttuso siederanno turisti affamati che probabilmente mai sapranno di essere nei locali di quello che è stato uno dei ristoranti più famosi della città dove arte e buona cucina si sono mescolati talmente bene che uno non sapeva più se andava All'Angelo per mangiare i tagliolini alla granseola o se per incontrare Vedova.
Dopo lunghi anni di glorie, di ospiti illustri, di banchetti memorabili sono arrivati quelli bui delle difficoltà economiche e così la famiglia Carrain ha deciso di passare la mano. Nelle sale del ristorante dietro Piazza San Marco arriverà «Rossopomodoro», catena napoletana che fa parte del Gruppo Sebeto felicissima di mettere un punto fermo in laguna, dopo aver aperto decine di locali in tutta Italia e in tutto il mondo.
Chiuso ormai da settimane per i lavori di ristrutturazione, il ristorante all'Angelo si sta preparando alla sua seconda vita che sarà decisamente diversa e inizierà mercoledì 28 con l’inaugurazione del ristorante-pizzeria. Nello storico locale lavoravano trenta persone che ora temono per il loro posto di lavoro.
Nel frattempo l’Angelo è stato svuotato di tutto e già ieri scoppiettava l’enroma forno per la pizza. Informale ma con carattere, «Rossopomodoro» offrirà il meglio della cucina napoletana a partire ovviamente da marghierita e diavola. Di certo farà felici eserciti di turisti. Per i veneziani, invece, il discorso è diverso.
All'Angelo era come alla Colomba. I veneziani ci andavano a tutte le ore del giorno perchè si sentivano a casa. Una bella casa. Poltrone, divanetti, tavoli, specchiere che avevano visto sfilare il mondo. All'Angelo, ad esempio, l'imprevedibile Peggy arrivava in compagnia di amici , ordinava cene pazzesche, allungava qualche boccone di filetto ai suoi cani adorati e chiedeva sempre la solita saletta che portava il suo nome. Tre tavoli più in là Santomaso, Vedova, Guttuso e Pizzinato scarabocchiavano disegni e davano vita e colori alla corrente artistica nota come il “Fronte nuovo delle arti”. All'Angelo era ristorante, fucina,di idee, salotto di casa, luogo di incontri, di amori, di amicizie.
Poi i tempi sono cambiati. L'intera calle larga San Marco ha mutato volto e sono spuntate le botteghe di maschere, bar con panini surgelati, i negozi cinesi. Per il ristorante All'Angelo, dopo la morte del proprietario Roberto Carrain sono arrivate le difficoltà economiche fino alla decisione di cedere. Per la città è un altro piccolo pezzo che se ne va.
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