Alla sbarra il clan dei Casalesi di Eraclea, processo al via in aula bunker

A Mestre l’udienza tecnica per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Tra gli accusati l’ex vicesindaco Graziano Teso, in giugno in aula il boss Donadio
Processo per Mafia Aula Bunker Mestre Mestre, 26/05/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Processo per Mafia Aula Bunker Mestre Mestre, 26/05/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

ERACLEA.  Il clan dei Casalesi di Eraclea arriva in aula, al via ieri in aula bunker di Mestre la prima tranche del processo che vede alla sbarra settanta imputati. Ieri è iniziato il processo per 25, gli altri 45 andranno in aula a giugno.

L’udienza di ieri è stata puramente tecnica, oltre all’appello è stata stilata la lista delle persone, una decina, che si faranno interrogare. Si tratta di tutti gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

A giudizio in questo primo filone non solo manovali al soldo del clan, ma anche professionisti, dall’avvocato Annamaria Marin e l’ex vicesindaco di Eraclea, Graziano Teso, che secondo l’accusa sono legati al presunto boss dei casalesi Luciano Donadio. La Marin è stata suo legale.

Processo per Mafia Aula Bunker Mestre Mestre, 26/05/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Processo per Mafia Aula Bunker Mestre Mestre, 26/05/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile


L’imputazione è di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre ai singoli sono contestati reati come l’associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio, usura, armi e incendio doloso.

Questo filone torna in aula il 30 giugno quando sarà sentito Christian Sgnaolin (difeso dall’avvocato Alessio Bacchin), braccio economico del boss Donadio per le fatture false, che dopo l’arresto ha cominciato a collaborare, dimostrando l’intenzione di cambiare rotta.



Anche altre difese hanno scelto di farsi interrogare dal giudice Michela Rizzi. Tra questi anche Giacomo Fabozzi (avvocati Martino Sforza e Jacopo Stefani). È accusato di essere partecipe dell’associazione mafiosa guidata dallo zio Luciano Donadio, e incaricato dei lavori più muscolari: botte e minacce nei confronti di chi non pagava o non ubbidiva. Tra le figure cardine di questa fase processuale ci sono l’ex sindaco e vicesindaco di Eraclea Graziano Teso (difeso da Daniele Grasso) a processo per favoreggiamento esterno all’associazione mafiosa di cui secondo l’accusa rappresentata dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini sarebbe stato punto di riferimento in Comune, fornendo la giusta copertura amministrativa. Lui sarà sentito il 28 luglio, ultima udienza prima dell’interruzione estiva. Si riprende a settembre quando sono previste quattro udienze destinate al dibattimento e alla sentenza.

Per i quarantacinque imputati che hanno scelto il dibattimento il processo inizierà l’11 giugno sempre in aula bunker. Tra questi il presunto boss Luciano Donadio, difeso dall’avvocato Renato Alberini.

L’ex sindaco Mirco Mestre, difeso da Emanuele Fragasso, arrestato per voto di scambio, ha invece scelto il rito abbreviato.

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