Alì, stop dalla Regione al supermercato del Lido «Documenti carenti»

Documentazione «carente» da parte del Comune, e così il nuovo supermercato Alì del Lido, località Ca’ Bianca, deve ricominciare l’iter per l’approvazione ambientale da parte della Regione. Un duro colpo, l’ennesimo, al progetto che era stato approvato dal Consiglio comunale appena un anno fa con una variante urbanistica arrivata con accordo di pianificazione pubblico-privato. Il semaforo rosso della Regione, infatti, è solo l’ultimo intoppo nella realizzazione del punto vendita, se si considera che a inizio 2019 era arrivata la sentenza del Tar Veneto che annullava il permesso di costruire in deroga nei 7.500 metri quadri di proprietà degli armeni mechitaristi su cui secondo gli ambientalisti del Caal continua a pendere un «vincolo perpetuo di destinazione a verde pubblico» e che, invece, nei piani dell’amministrazione, ospiterà un supermercato Alì.

Dopo l’ultima variante (marzo 2019), il progetto era approdato alla Regione con un’istanza di verifica di assoggettabilità a Vas (valutazione ambientale strategica). Insomma, una procedura semplificata per valutare (e nel caso, approvare) l’impatto ambientale di un progetto in un’area. A giugno, la Regione ha chiesto integrazioni, fornite dagli uffici di Ca’ Farsetti solo a febbraio 2020. E carenti, per di più. La commissione regionale Vas, infatti, elenca punto per punto i chiarimenti richiesti. Rispetto al consumo di suolo, dovranno essere approfondite le considerazioni sulla diminuzione della permeabilità del terreno a edificio concluso; per l’aspetto storico, serviranno elementi più dettagliato per la valorizzazione dei bunker della seconda guerra mondiale; sotto il profilo dell’impatto socio-economico, poi, il Comune dovrà fornire dettagli in più sull’«impatto socio-economico» di un punto vendita in un contesto territoriale con diversi negozi di vicinato. Infine, servirà fornire un «quadro aggiornato ed esaustivo» sulla rimozione dei rifiuti e sulla bonifica dai depositi di gasolio (l’area ospitava un distributore di benzina), e sull’inquinamento acustico legato alla vicina scuola materna. Mentre il Caal chiede all’amministrazione di ripristinare l’uso pubblico così come previsto dalla convenzione del 1970, l’iter del progetto dovrà ora ricominciare da capo e con una procedura di valutazione completa. —

eugenio pendolini

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