Alajmo raddoppia e apre il chiosco-gourmet nell'isola della Certosa

Dopo l’Hostaria, nuovo punto ristoro e un orto nel progetto di “food park” con Vento di Venezia. Nell’isola lavori in corso per bonifiche e chalet. Sonino: «Un parco verde per i cittadini e i turisti» 

VENEZIA. I fratelli Alajmo pronti a raddoppiare la presenza sull’isola della Certosa. Dopo l’inaugurazione, un anno fa, dell’Hostaria a ridosso dell’imbarcadero Actv, nei prossimi mesi saranno completati i lavori per il nuovo chiosco. Sorgerà nella parte nord dell’isola, affacciato sul canale che separa l’isola dalle Vignole: avrà tavolini e bagni, promette prezzi popolari, con panini e altre proposte che si aggiungeranno all’offerta di pizza già esistente nell’isola. Apertura in estate: ma tutto dipende dall’incognita Covid.

Ad ogni modo, come spiega Raffaele Alajmo titolare insieme allo chef Massimiliano del Caffè Quadri in piazza San Marco, oltre che del pluristellato Calandre a Rubano, è la continuazione di un progetto gastronomico iniziato un anno fa insieme a Vento di Venezia - la società dell’imprenditore e velista Alberto Sonino, che ha in gestione dal Comune la Certosa - e che si inserisce nelle infrastrutture previste dal progetto di rigenerazione dell’isola autorizzato nel 2010. Una strategia che abbina il ristorante, un chiosco, ma anche un orto di cinque ettari e alveari per la produzione del miele.

«Quest’isola è il completamento di Venezia», spiega Raffaele Alajmo, «per il chiosco, il grosso dei lavori è fatto. Il nostro obiettivo per il futuro? Rientrare dalle perdite di quest’anno drammatico. Dai 15 milioni preCovid, il nostro fatturato si è più che dimezzato a causa della pandemia».

Un progetto sul quale interviene il ccapogruppo di Terra e Acqua Marco Gasparinetti, con un’interrogazione all’assessora al patrimonio Paola Mar, per chiedere chiarimenti «sul piano di valorizzazione dell’isola che pare essersi arricchito di numerosi nuovi elementi rispetto ad una precedente versione discussa in Consiglio, approvata nel 2016 con delibera poi annullata dal Tar». «Alla Certosa ci sono grandi lavori», scrive Gasparinetti in un post su Fb, «ad Alajmo sembra garantito un monopolio di fatto del ristoro su un’isola a tutti gli effetti di proprietà pubblica. Ho avviato un accesso agli atti e un’interrogazione per capire - senza pregiudizi e senza paraocchi - gli sviluppi edilizi e valutare se siano conformi alla concessione demaniale e alla convenzione in vigore, che la giunta Brugnaro ha prolungato fino al 2106».

Da parte sua Alberto Sonino, di VdV, spiega che l’obiettivo «è rendere fruibile una nuova porzione della città all’uso pubblico, tanto del residente con gli spazi verdi quanto al turismo che apprezza ambiente e laguna. Il programma di valorizzazione culturale della Certosa - che si prefigge di trasferire la proprietà dallo Stato al Comune - si avvale della convenzione in essere, coerentemente con quanto approvato dal 2010 a oggi e alla luce dei risultati delle bonifiche in corso, alle quali è legata anche la proroga della convenzione».

Diverse le aree di intervento, per uno stanziamento che negli ultimi 10 anni si avvicina ai 15 milioni di euro. Le bonifiche sono al 76% e saranno completate entro l’estate 2022: portati in discarica 200 metri cubi di amianto. Avviato anche un censimento pianta per pianta per valutarne lostato di salute. Oltre all’adeguamento energetico (già attivi 1100 mq di pannelli fotovoltaici) ci sono poi opere marittime e dragaggi.

Resta da completare il porticciolo (riconosciuto come Marina Resort nel 2017) con reception e servizi. Infine, l’ospitalità, con la ristrutturazione di due casematte (su 5) in legno, con coperture in rame, ciascuna di due unità. Ai dieci posti degli chalet, si aggiungono le 20 stanze di hotel costruito nel 2007. —



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