Al Barbarigo non ci sono banchi e sedie

Sede di Mestre: fino a venerdì gli studenti saranno suddivisi in due turni di due ore ciascuno
GIORNALISTA: Baschieri AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Mestre DESCRIZIONE: istituto Barbarigo
GIORNALISTA: Baschieri AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Mestre DESCRIZIONE: istituto Barbarigo

Che emozione il primo giorno di scuola! Peccato che nella sede nuova di Mestre dell’Istituto professionale per i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Barbarigo, in via Muratori, ieri mattina nelle aule non ci fossero né le sedie, né le lavagne e che gli studenti siano stati mandati via per qualche ora. Sgomenti anche i docenti che si sono trovati in aule vuote, senza che nessuno sapesse dare una spiegazione. Per non lasciare fuori i ragazzi delle prime classi che avevano tanto atteso il primo giorno di scuola, ci si è arrangiati. In alcune aule c’erano infatti delle sedie e dei banchi e così è stato chiesto agli studenti di terza e quarta di tornare le ultime due ore, in modo da lasciare entrare gli alunni più piccoli. L’anno scorso la situazione non era da meno, ma essendo l’edificio in via di ristrutturazione si era giustificato il ritardo per i lavori in corso.

Quest’anno invece trovare la struttura mezza vuota non è piaciuto a nessuno ed è sembrato un segno di mancata attenzione nei confronti del personale scolastico e degli studenti. Il preside per motivi personali prenderà servizio tra una decina di giorni ed è stato impossibile contattarlo. Ieri pomeriggio non rispondeva neppure l’Ufficio Scolastico di competenza della ex Provincia, ora sotto la Città Metropolitana, che aveva assicurato il giorno prima che tutto era pronto per iniziare l’anno. Non si sa quindi ancora quale sia il motivo di questa dimenticanza che non è momentaneo. Fino a venerdì infatti l’unica soluzione trovata è quella di dividere gli studenti in due orari: dalle 8 alle 10 faranno lezione le prime e le seconde, mentre dalle 10 alle 12 faranno lezioni i più grandi. «Se per venerdì non ci saranno ancora i banchi», hanno detto in segno di solidarietà i compagni della Rete degli Studenti Medi, «ci faremo sentire perché non è possibile iniziare l’anno in questo modo». (v.m.)

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