Aktion T4, lo sterminio nazista di 300 mila disabili

MESTRE. In occasione della Giornata della Memoria, Anffas Mestre onlus e la sezione di Mestre dell’associazione partigiani Anpi, organizzano dal 20 al 30 gennaio, al Centro Culturale Candiani, la mostra “Perché Non Accada Mai Più, Ricordiamo”, che ricorda l’Olocausto di 300 mila disabili e malati di ogni età. La mostra illustra - attraverso quaranta pannelli originali - uno dei più feroci massacri della storia recente, che fu poi il presupposto della Shoa.
Partendo dal darwinismo sociale di Galton e dall’eugenetica, la mostra si sofferma sulle politiche di sterilizzazione coatta emesse in Germania dal 1933 e sull’operazione Lebensborn, con l’istituzione del ministero per la Propaganda e l’educazione del popolo, sotto la gestione diretta di Goebbels, che controllava ogni forma di comunicazione e spettacolo. Furono così prodotti cortometraggi, manifesti, opuscoli che evidenziavano il costo del mantenimento di soggetti bollati come non produttivi. Nel 1938 - vicino a Lipsia - nacque un bambino disabile che innescò un dibattito sull’opportunità della sopravvivenza di persone nate con malformazioni.
Nel 1939 prese avvio il programma di eutanasia infantile: l’eliminazione sistematica di vite giudicate “indegne” di essere vissute. Nello stesso anno si promosse il programma Aktion T 4 per l’ “eutanasia” degli adulti, spesso anziani affetti da demenza senile, schizofrenia, alcolismo, paralisi e altre patologie attraverso centri di eliminazione in camera a gas e forni crematori. L’unica voce che si levò forte fu quella dell’arcivescovo di Munster, August Von Galen, che condannò con forza questi omicidi di massa.
Nel 1941 Hitler ordinò la fine dell’operazione Aktion T4 per gli adulti, mentre mantenne quella per bambini. Nello stesso anno, per la crescente popolazione stremata nei campi di concentramento, il regime nazista diede vita allo sterminio, con l’operazione Aktion 14/F/13 che aveva lo scopo di eliminare i prigionieri non più in grado di lavorare nei campi. I morti furono 300 mila. In questo contesto furono uccisi anche cittadini veneziani, come Bonaventura Ferrazzutto, esponente autorevole dell’antifascismo, internato a Mauthausen e poi organizzatore del comitato di liberazione nello stesso campo di sterminio. Nel 1944 dagli ospedali psichiatrici veneziani di San Servolo e San Clemente furono prelevati e condotti in Germania dei ricoverati ebrei. Questa mostra propone alle giovani generazioni pagine di storia spesso poco conosciute e approfondite per dimostrare dove possa giungere un’ideologia di follia e la ferocia dell’uomo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia