Famoso perché aperto di notte, Ai Folli dovrà chiudere alle 23
Al pub di via Querini a Mestre imposto un orario di chiusura anticipato dopo una serie di episodi di violenza che hanno preoccupato i residenti

Sono tre pagine dense, un elenco dietro l’altro, tra segnalazioni dei residenti della zona, interventi delle forze dell’ordine, proteste formali ed episodi degenerati in casi di cronaca.
Si parte da febbraio dello scorso anno, si continua fino a dieci giorni fa, e la rissa che ha visto il gestore del locale finire a terra colpito da una serie di coltellate è sicuramente uno dei punti focali della sequenza, ma certo non l’unico.
L’ordinanza che martedì 12 agosto ha raggiunto il bancone del pub “Ai folli”, tra via Querini e piazzale Da Vinci, mette in fila un anno e mezzo di problemi. E, come conseguenza, impone la chiusura della cucina e del bar alle 23, da qui fino al 12 ottobre.
Una soluzione pesante, non solo per l’estensione del provvedimento - due mesi pieni - ma anche perché, di fatto, obbliga i titolari a ripensare del tutto la loro attività, che da quando ha aperto si era concentrata proprio nell’orario notturno, andando ad accogliere i turnisti di tutte le categorie - ma anche, evidentemente, altri generi di nottambuli.
L’obiettivo infatti è proprio quello di costringere il locale a cambiare clientela, una scelta presa addirittura in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in prefettura.
La polizia locale veneziana ha raccolto 13 episodi: schiamazzi, scontri tra pregiudicati, aggressioni, l’accoltellamento del 6 dicembre scorso, ma anche il caos causato da un avventore che aveva rovesciato sedie e tavolini e che la proprietaria non ha comunque voluto denunciare.
Nove, invece, le voci che riassumono il malcontento dei vicini, ovvero i residenti di via Querini, piazzale Da Vinci, via Cappuccina, via Dante, via Ariosto, via Cavalcanti e via Felisati, arrivati persino a presentare un esposto con 45 firme contro il locale; tantissimi denunciavano l’impossibilità di dormire, a causa delle urla che salivano dal plateatico esterno alle tre, alle quattro, alle cinque del mattino, ma qualcuno lamentava anche un disagio più profondo: chi si è imbattuto in un bivacco di sbandati ed è stato preso a male parole, chi ha assistito a pestaggi in piena regola, chi racconta della figlia che ha interrotto le visite, «per la paura».
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