Agosto 1932: il Lido di Venezia scopre il cinema

La prima edizione del festival richiama 25 mila persone. Miriam Hopkins la star dell'anno
Miriam Hopkins: Dottor Jekyll e Mister Hyde
Miriam Hopkins: Dottor Jekyll e Mister Hyde

Venezia, 1932: nasce il Festival del Cinema

LIDO DI VENEZIA. “Ma le gambe… a me piacciono di più”, canta il Trio Lescano alla fine degli anni Trenta.

Qualche anno prima, è stato proprio un paio di gambe “comme il faut” a entusiasmare il pubblico della prima Mostra del Cinema di Venezia: quando, alle nove e un quarto della sera di sabato 6 agosto 1932, sulla terrazza dell’hotel Excelsior al Lido inizia la proiezione del primo film in programma (“Dottor Jekyll e Mister Hyde” dell’armeno naturalizzato statunitense Rouben Mamoulian), gli occhi della platea stravedono per Miriam Hopkins, attrice americana grande rivale di Bette Davis, nei panni della cantante da bar Ivy Pearson.

Miriam Hopkins: Dottor Jekyll e Mister Hyde
Miriam Hopkins: Dottor Jekyll e Mister Hyde

“Le gambe che Miriam Hopkins scopre lentamente sotto quell'abito da music-hall dell'Ottocento, sono una delle più flagranti e violente rivelazioni di femminilità che si sia mai vista al cinema”, scrive il giorno seguente l’entusiasta critico del “Corriere Padano”.

Il primo manifesto della Mostra del Cinema
Il primo manifesto della Mostra del Cinema

Naturalmente, non è il solo motivo di attrazione. C’è grande attesa, ma pure grande risposta, per quell’evento che nelle due settimane di rassegna mobiliterà un pubblico di oltre 25mila spettatori: sullo schermo dell’ancor giovane “settima musa” sfilano attori del calibro di Greta Garbo, Joan Crawford, Clark Gable, John Barrimore, Boris Karloff, e per l’Italia il 31enne Vittorio De Sica.

Alla fine non vengono assegnati premi ufficiali, ma un referendum tra il pubblico tributa il riconoscimento a “Il cammino verso la vita”, di Nikolay Ekk. E’ anche un grande evento mondano: come si vede già dalla prima serata, quando dopo la proiezione il salone dell’Excelsior ospita un gran ballo di gala.

Ma l’edizione del definitivo salto di qualità sarà la successiva, quella del 1934, con film di 19 Paesi in gara e oltre 300 giornalisti accreditati. Lì si assegneranno anche i primi premi, che vista l’aria che tira all’epoca in Italia si chiameranno “Coppa Mussolini”: assegnata per gli stranieri a “Man of Aran” di Robert Flaherty, e per gli italiani a “Teresa Confalonieri” di Guido Brignone; il riconoscimento per la miglior attrice andrà all’appena 27enne Katharine Hepburn, per l’interpretazione in “Little Women” di George Cukor.

Dall’anno seguente, la Mostra prenderà cadenza annuale; e dal 1937 traslocherà nel nuovo Palazzo del Cinema, costruito sull’area del Forte Quattro Fontane.

D’altra parte, il cinema a Venezia è di casa praticamente dalle origini. La grande novità sbarca in Italia il 13 marzo 1896, a Roma. Il 9 luglio successivo a Venezia c’è il primo spettacolo a inviti, nel teatro Minerva a San Moisè.

Vittorio De Sica alla mostra del cinema
Vittorio De Sica alla mostra del cinema

Riferisce il giorno successivo il “Gazzettino”, parlando dell’evento:  “Il successo tra gli invitati è stato ottimo. E tale sarà per il pubblico”. Previsione azzeccata: l’11 luglio, l’esordio a pagamento dell’invenzione dei fratelli August e Louis Lumière (lo stesso Louis farà parte del comitato d’onore della prima edizione della Mostra) fa registrare un successo senza precedenti, e apre un ciclo di proiezioni che si snodano per l’intero mese di agosto; c’è pure una serata benefica a favore della Biblioteca Educativa del Popolo.

“Andemo, andemo a le vedute vive”, dice la gente nelle calli e nei campielli. In quei giorni, per tenere a battesimo il debutto veneziano del cinema, è presente in città uno degli operatori dei fratelli Lumière, Albert Promio. Girando in gondola per la laguna, effettua una serie di riprese delle imbarcazioni e dei piccioni, che poi proietta in serata al pubblico.

Un giorno, passando davanti a piazza San Marco, e osservando la scena che gli sfila davanti agli occhi, gli viene l’idea che oltre a riprendere da fermo le cose in movimento, si può fare il contrario: riprendere in movimento le cose ferme. Nasce in quel momento un classico della tecnica cinematografica, la panoramica.

In laguna il cinema fa furori, tanto che poco dopo al Minerva si affiancano come sale di proiezione altri due prestigiosi teatri, il Malibran e il Rossini. E sul finire del secolo arrivano pure le cosiddette “serate nere”, antesignane del cinema a luci rosse: l’esordio, con ingresso rigorosamente “sconsigliato a donne e bambini”, è affidato a “Le coucher de la mariée”, tradotto con un più prosaico “La sposa va a letto”, girato in quello stesso 1896, come dire agli albori della celluloide.

A elevare il fenomeno cinema come forma artistica è Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della Biennale, la cui prima edizione è stata inaugurata nel 1895 registrando già allora ben 224mila spettatori: una realtà destinata a crescere nel tempo, allargandosi via via al cinema, alla musica, al teatro, all’architettura e alla danza.

E proprio il cinema è lo step iniziale: Volpi, intuendone le potenzialità, dà vita a quella che viene considerata la prima manifestazione internazionale del genere. Direttore e selezionatore dei film è Luciano De Feo, giornalista, all’epoca responsabile dell’Istituto internazionale per il cinema educativo e fondatore del prestigioso istituto Luce (acronimo di “L’Unione Cinematografica Educativa”).

 

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