Aeroporto a Tessera, Marchi: «Prima o poi servirà una seconda pista»

Il presidente di Save spiega che è necessario lasciare uno spazio per permettere lo sviluppo della struttura: «Non voglio che finisca come con le grandi navi»

VENEZIA. «È difficile dire quando la seconda pista dell' aeroporto di Venezia sarà pronta, probabilmente tra il 2025 e il 2030, ma la data potrebbe essere spostata più in là quanto anticipata, perché l'evoluzione del trasporto aereo è complessa». Lo ha dichiarato il presidente di Save, Enrico Marchi, a margine di un incontro all'aeroporto di Venezia con cui Volotea ha festeggiato il suo primo milionesimo passeggero in Italia.

«L'altra sera ho parlato per 4 ore con la municipalità di Tessera - ha continuato Marchi - e ho detto che dopo il passante di Mestre, dopo il problema del passaggio delle grandi navi in laguna, non voglio che succeda la stessa cosa con gli aerei, perché nelle infrastrutture, come ho sempre sostenuto, bisogna programmare a lungo termine. Noi vogliamo lasciare un polmone di verde per i futuri sviluppi dell'aeroporto. Può darsi che sia necessario tra 10, 15, 20 anni o non sia proprio necessario, ma il dovere nostro è di non creare le condizioni che blocchino lo sviluppo dell'aeroporto nel futuro».

«Sono molto contento del dialogo con la municipalità e della riunione che abbiamo avuto l'altra sera che faceva seguito ad altre riunioni che abbiamo avuto anche con le associazioni - ha ancora proseguito Marchi -. Credo che questo percorso di dialogo con il territorio possa dare degli ottimi frutti perché penso che certe volte si abbia paura delle cose che non si conoscono. Facendo conoscere la realtà agli abitanti del territorio si possono capire le loro preoccupazioni, venir loro incontro». «Sono certo che questo sia il modo giusto di contemperare le esigenze di una grande infrastruttura come l'aeroporto con le legittime esigenze e preoccupazioni del territorio» ha concluso Marchi.

Fusione con il Catullo di Verona: «Molti consensi». «Io non so se ce la faremo a fare questo matrimonio con l'aeroporto Catullo di Verona però, come si dice, ad un buon soldato non si chiede se perderà o vincerà la battaglia ma si chiede di combatterla». Lo ha dichiarato il presidente di Save, Enrico Marchi, per l'acquisizione dell' aeroporto Catullo di Verona. «Noi cerchiamo di lavorare bene - ha continuato Marchi -. Il progetto mi pare che abbia raccolto un'unanimità di consensi. Sarebbe un grande progetto per il Veneto, per il Nord Est, per l'Italia, quello di creare un grande polo aeroportuale in grado di fare concorrenza ai grandi aeroporti internazionali europei. Vedo che la situazione non è semplice e c'è un forte dibattito». «Noi - ha poi concluso - abbiamo avanzato una proposta chiara e studiata, come sempre facciamo. Quindi, ora, siamo in attesa di capire quali saranno le decisioni».

Marchi: "Liberarsi di Centostazioni e dialogo con Trieste". Save ha intenzione di liberarsi di Centostazioni. Lo ha confermato il presidente di Save Enrico Marchi. «L'idea è di valorizzare Centostazioni - ha spiegato - in un'ottica di dismissione e di concentrarci sul settore aeroportuale». Molti i progetti attualmente seguiti dalla società che gestisce gli scali di Venezia e Treviso.

«Abbiamo il progetto di Verona ma stiamo partecipando anche alla gara per la privatizzazione dell'aeroporto di Lubiana - ha rilevato - e ci può essere una ripresa in futuro, se ci sarà, con Ronchi dei Legionari, oltre al fatto che ci possono essere altre occasioni. Sappiamo di saper fare molto bene questo mestiere e cercheremo di farlo spingendo al massimo tutte le possibilità però oggi non abbiamo investimenti tali da giustificare 350 milioni di equity - ha aggiunto - quel giorno che ci capitasse di comprare Francoforte o Parigi o Londra chiederemo ai soci di darci i soldi». Per quanto riguarda Ronchi, Marchi ha ripetuto che sarebbe «contento di incontrare la presidente Serracchiani». «Poi vedremo se ci sarà l'occasione - ha concluso - ma credo sia un dialogo che va fatto»

Marchi: "Orsoni non è adatto a sviluppare Venezia". «Ci sono ottime persone in tutti i partiti, persone molto valide: per quanto riguarda il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni il mio giudizio è una questione di persona, non di parte politica. Credo non sia il sindaco adatto a sviluppare Venezia». Lo ha detto il presidente di Save, Enrico Marchi, precisando di parlare «a titolo personale, da cittadino e non come presidente di Save, sottoscrivendo liberamente le proprie opinioni».

«Ogni giorno - ha aggiunto alludendo a Orsoni - fa causa a qualcuno». «Do un giudizio molto negativo del sindaco e credo che andando avanti così si creino solo macerie - ha concluso Marchi - e spero che in qualche modo si possa riprendere un dibattito diverso». «Credo che un leader sia qualcuno che rischia, magari - ha aggiunto - e fa delle cose che al momento non si capiscono. Penso ad esempio a quando è nata Airest e tutti mi hanno criticato però poi è stata un successo. A quando abbiamo investito in Centostazioni, al primo volo intercontinentale».

«Fare delle cose nuove che sono magari in controtendenza - ha ammesso - rischia di procurare delle critiche ma credo che un capo sia qualcuno che ha dei progetti in testa, che è disposto a rischiare per i progetti in cui crede e poi se ha successo bene e se ha sbagliato paga e lascia il campo a qualcun altro». Tornando a Orsoni, per Marchi il sindaco «ha fatto qualche errore» nel vendere le azioni detenute in Save. «Noi non lavoriamo per fare amici o per far contento qualcuno - ha rincarato il presidente di Save - ma per lo sviluppo del territorio, per dare ai nostri passeggeri sempre una buona esperienza aeroportuale e cerchiamo di comportarci nell'utilizzo delle risorse affidate secondo le migliori pratiche internazionali».

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