Addio Sanna, uomo dei matrimoni

Ufficiale di stato civile, ne celebrò 1.500: scriveva poesie agli sposi

Saranno celebrati oggi alle 10, nella chiesa della Beata Vergine Addolorata di Mestre, i funerali di Domenico Sanna, morto venerdì all’età di 84 anni.

Saranno in tanti a stringersi ai figli Franca, Pietro, Lucia e Sabrina, alla nuora, ai generi, agli adorati nipoti Francesca e Claudio; ma non solo in loro resterà il ricordo di questo signore per bene, per tutta la vita impegnato nel lavoro, nella vita civile, nella cura della famiglia e degli affetti.

Per molti anni ufficiale di stato civile del Comune, sardo di origine, a Venezia era arrivato giovanissimo; a Roma aveva frequentato la scuola di formazione della Guardia di Finanza e fu poi assegnato alla Tenenza che si occupava della custodia di sali e tabacchi vicino alle Zattere di Venezia. E qui aveva conosciuto Lidia Lupoli, la ragazza che sarebbe diventata compagna e anima della sua vita.

Come sindacalista, negli anni Cinquanta aveva partecipato al Convegno Costitutivo della Uil, che dopo la scissione della Cgil dava rappresentanza ai lavoratori di idee laiche democratiche e socialiste.

Uomo di cultura, poeta innamorato dell’amore, in Comune era stato ribattezzato “l’uomo dei matrimoni” perché al matrimonio ci credeva veramente e nel suo ruolo di ufficiale civile con delega dell’allora sindaco Massimo Cacciari, ne aveva celebrati più di mille e 500, trasformando un rito civile veloce e burocratico in un momento di festa, condito dalla recita delle poesie che scriveva lui stesso per gli sposi.

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