Addio al fotografo Viola uno dei “tasselli” di Venezia

VENEZIA. «Se Venezia fosse un mosaico, Viola sarebbe uno dei tasselli più importanti». È mancato a 71 anni il fotografo veneziano Gianfranco Viola, conosciutissimo e benvoluto da tutti. I funerali si terranno martedì alle 11 in Campo Santi Apostoli.
Dopo una lunga malattia si è spento lo scorso 14 agosto, lasciando un mondo di ricordi indimenticabili a chi gli voleva bene e lo aveva conosciuto. Viola era nato a Venezia, ma fino alla maggiore età aveva abitato a Cortina imparando il mestiere dal padre che, ai piedi delle Dolomiti gestiva i negozi Foto Cristallo, Foto Cortina e Foto Zardini.
Tornato a Venezia apre il negozio Foto dei Dogi, in Calle degli Albanesi e poi Foto San Marco in Calle delle Rasse. Presto diventa un punto di riferimento, non solo per la professionalità, ma anche per la sua umanità. «Ho perso mio padre è mia madre (Donatella Soffiato detta Kiko) presto, ma sono stata davvero fortunata ad avere due genitori come loro», racconta la figlia Azzurra Viola. «In questi giorni sono circondata da persone che mi scrivono e mi chiamano per dirmi quanto gli volevano bene, era un vero precursore».
La famiglia Viola a Cortina aveva due leoni che si usavano un tempo per le foto e, in un secondo momento, anche una scimmietta: «Mi ricordo quando c’erano le foto in bianco e nero che colorava le labbra di rosso, fino a quando sono arrivati i colori. Per lui è stata una grande gioia ed è anche per questo che mi ha chiamata così».
I suoi lavori fotografici sono nel libro Acqua Alta, edito da Vianello e nelle case di molti veneziani che ha ritratto quando si sono sposati. Veniva chiamato nei tribunali per identificare le opere, nelle vetrerie e negli alberghi per fotografare i vetri e gli interni. «Era sempre sul pezzo, c’era quando la Fenice ha preso fuoco o quando è stata posizionata la prima pietra del Mose, ma anche per la sua Venezia» prosegue la figlia.
«È lui che per primo ha iniziato a registrare i matrimoni quando nessuno sapeva cosa fosse un videoregistratore, amava tantissimo la sua città. Come diceva chi lo ha conosciuto, se Venezia fosse un mosaico, Gianfranco sarebbe uno dei tasselli più importanti». —
Vera Mantengoli
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia