Addio ad Aldo Raposo partigiano combattente Domani alle 15 i funerali

MOGLIANO. Addio all’ultimo partigiano dell’Anpi moglianese: Aldo Raposo si è spento sabato a 92 anni. Aveva combattuto in Piemonte, sua terra d’origine, e rivendicava con orgoglio la sua esperienza di lotta per la libertà. Dopo le azioni di partigiano, impegnato nella Val Mala soprattutto come staffetta, Raposo aveva continuato gli studi e si era laureato in ingegneria elettrotecnica.

«Ha fatto l’insegnante in un istituto tecnico a Savigliano, in provincia di Cuneo, suo paese d’origine», racconta la moglie Maria Teresa Tible, «poi era diventato preside, nel ‘72 ci siamo trasferiti qui in Veneto, era dirigente regionale nel settore edilizia privata».

In molti ricordano l’ingegner Raposo per la sua estrema gentilezza: «Una persona squisita, discreta, nobile di animo», dice Maurizio Beggio presidente dell’Anpi moglianese, «era una di quelle figure che dopo la Resistenza è tornato alla vita normale, considerando l’antifascismo come un dovere civico. Lo ricordo radioso quando nel 2016 partecipò alla cerimonia per il 70° della Liberazione». Anche pochi giorni prima di morire, ricoverato all’ospedale per una polmonite rispondendo alla domanda di un’infermiera («Cosa faceva da giovane signor Aldo?») rispose con fierezza: «Il partigiano».

La scelta di unirsi alla lotta di liberazione fu, all’età di 18 anni, per il diniego di prestare servizio militare in Germania. Nel 1960 Aldo Maria Raposo è stato insignito della croce al merito di Guerra. Lascia i figli Paola, Luca ed Elena e gli amati nipoti. Dopo aver vissuto a Spinea, e a Mogliano (per 18 anni) due mesi fa si era trasferito a Noale. I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 30 nella chiesa arcipretale di Noale alle ore 15. Non mancherà la bandiera dell’Anpi e non mancherà il saluto delle tante persone che a Mogliano, in particolare nel Centro Anziani, lo avevano conosciuto apprezzandone i modi garbati e gentili. —

M.M.

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