Addio ad Aldo Andreolo. Dipinse i colori di Venezia con un realismo magico

Conosciuto e premiato per le sue atmosfere da sogno. In realtà la donna con il volto coperto dal cappello, tipica dei suoi quadri, era la moglie Giuliana
VENEZIA - Aldo Andreolo
VENEZIA - Aldo Andreolo

l’artista

I suoi quadri colgono i colori di Venezia e le sue raffigurazioni trasportano lo spettatore in un sogno. L’atmosfera onirica dei dipinti di Aldo Andreolo ha caratterizzato la sua vita d’artista e di grande conoscitore di Venezia, come ricordano gli amici più cari. Il pittore è mancato ieri a 94 anni e mezzo, lasciando un contributo alla pittura, come testimonia la sua presenza in importanti mostre al Museo Correr o a Ca’ Pesaro che acquistò una sua opera, ma anche all’estero a New York e a Parigi.

«Siamo sempre stati buoni amici perché era mio collega impiegato alla Carive di Campo San Luca - racconta Franco Campiutti - Aveva fondato la casa editrice Le Altane, scrivendo una collana su Venezia con libri come Dipingere Venezia o Memorie di Pietra. Era poliedrico come artista e di carattere era di una gentilezza squisita». Presidente del Premio Rotary Arte e Cultura, Andreolo abitava in Riva di Bisio con la moglie Giuliana che, fin da ragazzo, le è stata al suo fianco e che appare nei suoi dipinti nella donna il cui volto è sempre coperto da un grande cappello.

Lo studio dove trascorreva il tempo libero tra tele e litografie era a San Marcuola, dove è rimasto fino a quando le forze glielo hanno permesso. I suoi quadri raffigurano molto spesso una donna che guarda l’orizzonte, immersa in un azzurro che riflette i cieli della laguna.

«Direi che lo stile di Aldo è un realismo magico - ricorda Adriano Donagggio, suo amico fin dalla giovinezza e compagno di capanna al Lido - Era molto accurato nei disegni e sapeva creare un’atmosfera onirica con quelle donne eleganti nascoste da un grande cappello e i colori di Venezia, il mare e il cielo descritto con accuratezza ed eleganza».

Da ragazzo aveva frequentato il liceo artistico per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti dove seguiva con passione i corsi di Giuseppe Cesetti. Edicole, automobili, spiagge con sdraio e capanne erano tra i suoi soggetti preferiti, raffigurati con colori delicati. Andreolo aveva da giovane intrapreso comunque il lavoro di impiegato alla Carive, ma la sua passione per l’arte e per la pittura non era da meno. Da giovane vince il Premio Angiola ed espone al Museo Correr insieme a Bocchini, Modigliani e Carrà. Da quel momento la sua carriera è un susseguirsi di riconoscimenti che lo porteranno a diventare un protagonista della pittura veneziana. —

.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia