Addio a Tudy, grande amica di Venezia

Se ne va a 85 anni Teodora Sammartini, autrice di libri sulla città e sempre pronta a battersi

VENEZIA. Era per tutti «Tudy». È chi amava Venezia, le sue isole, i suoi giardini segreti, i suoi campanili, il suo bacino di San Marco libero dalle Grandi Navi, la conosceva da sempre. Per i suoi libri, ma soprattutto per la sua straordinaria voglia di vivere e per il suo amore per una città, Venezia, che era diventata da tempo la sua, operando anche come guida turistica per dare l’opportunità a quanti non conoscono la città lagunare di scoprirne il lato segreto grazie a visite esclusive in suggestivi giardini privati.

Teodora Olga Sammartini - scomparsa pochi giorni fa a 85 anni per colpa di un brutto male che aveva combattuto come una leonessa per molti anni, senza farsene mai condizionare - moglie di un architetto-designer ma anche archeologo e pittore come Ugo Sissa aveva, accanto a lui passato lunghi periodi in Africa, Australia, Messico, California, Canada. Collaborando con l’Architectural Design e con il Council of Industrial Design di Londra divenendo promotrice di celebri architetti italiani.

Ma avendo sempre Venezia nel cuore. Con John Mc Andrew realizza il libro “Venetian Architecture of The Early Renaissance”. Nel 1967 si occupa dell’indagine dell’Unesco sul degrado della città dopo l’alluvione. E inizia poi una serie di libri su Venezia con le fotografie di Gianni Berengo Gardin, come quello sulle isole della laguna. a cui segue «Giardini Segreti a Venezia», scritto con Cristiana Moldi Ravenna. Tra le sue pubblicazioni: Fiori di Perle a Venezia con Nella Lopez y Royo, Lina Urban e Doretta Davanzo Poli; Hutteriti, tirolesi d’America; Pavimenti a Venezia; Campanili di Venezia; Marta Sammartini: Sculture con Nico Stringa; Ugo Sissa: Catalogo Generale dei dipinti a cura di Maria Angela Tiozzi; La mia terra, ricordi tra sogno e realtà; Verde Venezia con foto di Cesare Gerolimetto.

Esperta restauratrice e progettista di giardini, tra i vari da lei restaurati si annoverano il giardino dei semplici di Ventimiglia Alta, il parco di Castel di Lama, il giardino di Ca’ Zenobio, quello della casa di Tiziano Vecellio e di casa Fortuny alla Giudecca. Non aveva un carattere facile Tudy, sapeva essere brusca, a volte aggressiva. Ma quella che la animava era un’intatta curiosità e passione per la vita, il dovere civile di battersi e intervenire. E un’autentica devozione per Venezia e la sua laguna. Dove ha scelto infine di riposare per sempre, lasciando al figlio Paolo l’indicazione di disperdere qui le sue ceneri, dopo l’ultimo saluto

Enrico Tantucci

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia