Addio a Silvia, dottoressa gentile dell’Avapo

La donna è morta a 53 anni, domani il funerale ad Altobello. «Vicina ai pazienti anche con il sorriso»
«L’abbiamo conosciuta con il sorriso, se ne è andata con il sorriso». Così Stefania Bullo, presidente dell’Avapo (l’associazione volontari per l’assistenza di pazienti oncologici) ricorda Silvia Mangiaforte, 53 anni, medico specializzato in cure palliative che lavorava per l’associazione, la grande famiglia nella quale era tornata a casa lo scorso febbraio, dopo che vi aveva lavorato una decina di anni fa. La dottoressa Silvia Mangiaforte è morta il giorno della Madonna Immacolata, lo scorso 8 dicembre, ricoverata all’Hospice Casa Nazareth della Cipressina, colpita dallo stesso male di cui erano ammalati i pazienti di cui si occupava, con amore e dedizione, tutti i giorni, nel suo lavoro con l’associazione. La dottoressa aveva lavorato per l’Avapo di Mestre già negli anni 2007 e 2008, poi era entrata nell’equipe del centro Casa Nazareth – lo stesso che avrebbe poi scelto per trascorrere le ultime settimane – e infine si era trasferita a Trieste, entrando a far parte del gruppo di lavoro della Casa di Cura Pineta del Carso, dove era stato un prezioso aiuto anche per la formazione dei volontari non sanitari nelle cure domiciliari. Sono in molti a ricordarla anche nella struttura di Duino, dove ha lavorato fino a cinque anni fa. Trascorsi gli ultimi anni tra Trieste e Belluno, insieme al marito, nell’ultimo anno era tornata ad abitare a Mestre, e dallo scorso febbraio aveva ricominciato a lavorare, tornando all’Avapo. «È stato come un ritorno in famiglia», dice ancora la presidente dell’associazione, «noi conoscevamo la sua professionalità e lei conosceva la nostra associazione. Lavorava con il sorriso, i pazienti e le loro famiglie lo apprezzavano molto». La sua esperienza, a 53 anni, se l’era fatta sul campo, stando al fianco di decine di pazienti, sia nelle cure domiciliari che negli hospice. A ottobre la scoperta della malattia, la diagnosi che non le lasciava scampo, e la scelta di farsi ricoverare al centro Nazareth dove, oltre ai familiari, sono stati i suoi colleghi a prendersi cura di lei. «Ricordare le sue qualità professionali e umane come dottoressa», aggiunge la sorella Diana, «è il modo migliore per ricordarla». L’ultimo abbraccio a Silvia Mangiaforte sarà domani alle 11 nella Chiesa Cuore Immacolato di Maria ad Altobello, il quartiere dove la dottoressa è cresciuta. Silvia Mangiaforte lascia il marito Patrizio, l’anziana madre Mary, la sorella Diana, il fratello Danilo, i nipoti, oltre ai familiari e agli amici. Per volontà della famiglia donazioni all’Avapo al posto dei fiori. Un modo per proseguire il suo impegno.


Francesco Furlan


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