Addio a Masetti, il timoniere di Alcedo

Il big della finanza aveva 62 anni, aveva fondato Finint e 21 Investimenti. Sarà sepolto a Mestre

Il male subdolo è stato inesorabile: non gli ha lasciato scampo, dopo che un primo intervento sembrava aver portato a un miglioramento.

Maurizio Masetti, scomparso l’altra notte nella casa dei Gelsi di via Fossaggera a Treviso, aveva solo 62 anni. Originario di Mestre e sarà sepolto nel cimitero cittadino, dopo la cremazione, nella tomba di famiglia. Masetti era il presidente e l’ amministratore delegato di Alcedo, società di investimenti e di private equity, la creatura da lui fondata con gli amici fraterni Gianni Gajo e Maurizio Tiveron nel 2000. E della finanza veneta, triveneta, italiana è stato uno dei protagonisti assoluti, anche se non amava la ribalta, le copertine, i riflettori.

Sin da quando, insieme ai due inseparabili compagni di avventura aveva fondato nel 1987 la Finanziaria Internazionale, meglio conosciuta come Fin Int.

Poi, nel 1991, un’altra sfida: la 21 Investimenti, di cui è stato direttore generale fino al 2000.

In quell’anno la svolta di Alcedo, che si imporrà subito come uno dei riferimenti assoluti, non solo in ambito triveneto. Masetti sarà subito ad di San Paolo Imi Fondi chiusi sgr dal 200 al 2006, e direttore generale di San Paolo Imi private equity dal 2003 al 2005. uindi il timone di Alcedo, quando Masetti e il suo tema diventano indipendenti, con un «management buy out» di Alcedo Sgr. Nel 2008 si completa Alcedo III, fondo comune di Investimento mobiliare chiuso riservato con una dote di 173 milioni, che ha investito in 10 aziende, con 8 partecipazioni già disinvestite. Lo scorso anno, la raccolta del fondo Alcedo IV, con dotazione da 195 milioni, e 3 nuovi investimenti. Numerose le operazioni finanziarie di Alcedo salite alla ribalta della cronaca. Valgano per tutti i due premi Demattè ottenuti per le migliori operazioni finanziarie, mentre per la Pixart di Quarto d’Altino Alcedo ha ricevuto un Oscar europeo della finanza. Masetti era originario di Mestre: dopo la laurea in Economia aziendale a Ca’ Foscari, proprio con l’indimenticato professor Demattè, aveva cominciato la sua carriera in Arthur Andersen, prima in Italia e a Parigi. Quindi il passaggio alla Danilo & C. nel ruolo di Cfo (Chief Financial Officer), in un’azienda leader dell’ impiantistica siderurgica. Ma nel suo curriculum c’è anche l’insegnamento universitario di Finanza aziendale, strategia e metodi di valutazione d’azienda al Bo di Padova.

«Un professionista di grandissima competenza, estremamente preparato», lo ricorda così l’amico Giovanni Gajo, affranto, «fra i migliori in Italia. Sentiremo la sua mancanza in maniera pesantissima. C’era in tutti noi che lavoravamo insieme un affetto e una stima che andavano al di là della professione».

Legatissimo a famiglia (abitava a Treviso, vicino al museo di Santa Caterina) e lavoro, la sua grande passione nel tempo libero erano la montagna e gli sci. Lascia la moglie Irene, le figlio Nicole ed Ercia, il fratello Sergio, gli altri parenti.

L’ultimo saluto in forma rigorosamente laica - e lo ribadisce la celebre sentenza di Epicuro sulla morte affissa sull’epigrafe - domani alle 15 nella sala del commiato del crematorio. Una volta cremato, Masetti sarà portato a Mestre, nella tomba di famiglia.

La famiglia ringrazia il medico e gli operatori dell’Advar per l’«opera di cura e accudimento prestata». Quell’Advar che anche Maurizio, senza mai farlo sapere troppo in giro, con la sua straordinaria discrezione, sosteneva da molti anni.

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