Addio a Gerold Meister, il pittore bohémien inghiottito dall’acqua

È scivolato alle Zattere, martedì notte, forse per un malore In lutto gli universitari, che lo avevano accolto nelle loro case

VENEZIA. Ha vissuto ogni giorno fino all’ultimo libero, fedele solo a quell’ideale di indipendenza che non ha mai tradito. L’acqua di Venezia si è portata via martedì notte l’artista bohémien Gerold Meister, conosciuto e amato da tanti universitari che negli ultimi anni lo hanno accolto nelle loro case, offrendogli un posto dove dormire.

Meister, in arte Cadaf, era nato una sessantina di anni fa a Westerstede, paesino tedesco affacciato sul Mare del Nord, ed era arrivato a Venezia giovane per amore della città e per migliorare la pittura, seguendo la filosofia di Emilio Vedova. Ispirato da un altro maestro dell’arte che aveva conosciuto, il pittore Marx Ernst, fino a pochi anni fa aveva continuato a esprimere la sua visione dell’universo nei suoi quadri. In una delle ultime mostre, all’Art Gallery Giudecca 795, raccontava la sua scrittura di uccelli e la sua scrittura astratta, «un alfabeto immaginario inserito come frammenti o testi nei suoi dipinti».

Quelle visioni erano quelle che poi Gerold condivideva con i tanti studenti delle Zattere, che con lui parlavano di vita, filosofia, letteratura e arte. Quell’arte della quale si circondava, frequentando il locale Rivetta, rifugio di artisti, pensatori e bohémien, che con affetto lo chiamavano Geroldo. Un’esistenza vissuta negli ultimi anni al limite di quella di un senza dimora. Diceva fosse una sua scelta. Mai si sarebbe piegato alle imposizioni sociali.

Interpress\M.Tagliapietra Venezia 24.03.2021.- Recuperato corpo di un uomo alle Zattere.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 24.03.2021.- Recuperato corpo di un uomo alle Zattere.


Gerold ha vissuto accolto da una casa all’altra, diventando punto di riferimento per generazioni di giovani che ascoltavano le sue storie da romanzo. Gli amici non gli sono mai mancati. La sua eleganza e la sua cultura gli hanno sempre assicurato molto affetto. Un uomo con una lunga barba da vecchio saggio, ma con un’anima da fanciullo.

Nella notte di martedì, è scivolato alle Zattere, vicino al chioschetto, complice probabilmente l’alcol, unico suo nemico. All’alba i primi raggi di sole hanno illuminato il corpo galleggiante, notato dai runner. Vigili del fuoco e polizia hanno recuperato il cadavere dove non è stato trovato nessun segno di violenza, motivo per cui la pm Lucia D’Alessandro non ha disposto l’autopsia. La causa del decesso era chiara. Quella Venezia che lo aveva attirato da giovane, ora lo stava richiamando a sé, per sempre. —

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