Acqua stagnante e alghe, i pesci spariscono. Allarme Piave Vecchia

Acqua stagnante, alghe e moria di pesci, allarme per la Piave Vecchia. A lanciarlo, da San Donà, è la lista Forcolin assieme al sindaco, Alberto Teso, dopo varie segnalazioni preoccupate dei residenti che segnalano anche odori nauseabondi a casa dell'acqua che ristagna in assenza di costante ricambio tra le porte della Piave Nuova e Vecchia.
L’assessore di San Donà, Gianluca Forcolin, con i consiglieri comunali del suo gruppo, Elisa Pierobon e Costante Marigonda, quest’ultimo anche responsabile Fipsas, federazione provinciale della pesca sportiva, chiedono con forza alla Regione che siano aperte sempre le porte idrauliche, da poco sistemate per garantire il ricambio di acqua. Le porte della Piave Vecchia, dopo il recente intervento di sistemazione dei meccanismi di regolazione, dovevano restare aperte almeno nelle ore notturno, ma ciò non è avvenuto e anche il Comune di Musile ha chiesto spiegazioni.
«La situazione in cui versano le acque della Piave Vecchia dopo la chiusura delle porte idrauliche continua a essere preoccupante», dicono il sindaco Teso e l'assessore Forcolin con i consiglieri Pierobon e Marigonda, «i nostri uffici hanno già sollecitato via mail Infrastrutture Venete, società partecipata dalla Regione, cosi come aveva già fatto anche Fipsas, che ha i diritti esclusivi di pesca in quelle acque. Ma ad oggi non vediamo alcun cambiamento in atto, seppure ci fosse l'impegno di un’apertura serale delle porte stesse».
«Chiediamo un intervento urgente agli enti competenti», concludono, «per la celere risoluzione del problema poiché e' a rischio la salubrità delle acque, della flora e della fauna di un ambiente unico e prezioso che va salvaguardato».
Le acque della Piave vecchia sono coperte di alghe lungo le rive e anche i pesci sono quasi tutti morti in territorio di Musile.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia