Accusato di truffa, dentista rinviato a giudizio

Il 6 settembre il processo a Lucio Vianello: avrebbe intascato 5.000 euro di prestazioni non dovute, chiesti i testi a difesa

CHIOGGIA. Inizierà il 6 settembre il processo al dentista chioggiotto Lucio Vianello, chiamato a difendersi dall’accusa di truffa aggravata e falso: da medico odontoiatra convenzionato con l’Usl Serenissima per i pazienti di Chioggia, avrebbe mandato all’incasso prestazioni non dovute per circa 5 mila euro.

Questo secondo l’accusa mossa dalla pubblico ministero Laura Cameli, respinta dalla difesa del professionista, affidata all’avvocato Daniele Grasso. Ieri, al termine dell’udienza preliminare, il giudice Andrea Battistuzzi ha deciso che sulla contestazione debba comunque decidere il Tribunale, rinviando il medico a giudizio e fissando l’udienza per settembre.

La vicenda nasce da una verifica della Guardia di Finanza, effettuata per accertare la regolarità degli interventi a rimborso pubblico fatti dallo studio dentistico del dottor Vianello, libero professionista convenzionato con l’Usl Serenissima, per la quale eseguiva una serie di prestazioni. In sostanza – secondo l’accusa – l’odontoiatra avrebbe prestato la propria assistenza anche a pazienti che richiedevano un intervento non d’urgenza o che non erano transitati attraverso il centro unico di Prenotazione dell’Usl, che gestiva l’agenda di quanti potevano usufruire di prestazioni ritenute a carico del servizio sanitario regionale.

Ma se l’accusa contesta l’irregolarità di interventi fatturati all’Usl veneziana per circa 5 mila euro, la difesa sostiene che non sia stato applicato un corretto criterio di valutazione delle prestazioni effettuate in convenzione, tanto che l’avvocato Grasso non ha chiesto riti alternativi – che in caso di condanna, avrebbero comunque garantito uno sconto di pena, in cambio di un processo più celere – ma il dibattimento in aula, per poter portare anche testi a difesa, annunciando l’intenzione di citare tra questi il presidente dell’Associazione medici dentisti convenzionati.

Forte della relazione della Guardia di Finanza, per la Procura il professionista avrebbe ecceduto nelle prestazioni a rimborso pubblico. Per la difesa del medico – al contrario – si tratterebbe di una contestazione errata, considerando che sono previste anche prestazioni gratuite per i pazienti con i redditi più bassi, anche di prevenzione. Truffa, falso o errata valutazione dei criteri di applicazione della convenzione, da parte dell’accusa? La parola passa ai giudici del Tribunale di Venezia. —

R. D. R.

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