Accoglienza, “Nova Facilty” dopo l’ex Caserma e Cona vince una gara a Pordenone

il caso
Ha iniziato l’avventura nel mondo dell’accoglienza di profughi tre anni fa aprendo le porte dell’ex caserma Serena di Treviso nel pieno di una tempesta di polemiche. La gestione, all’epoca, venne di fatto concessa in via emergenziale, senza bandi né gare. Ma da quella temporaneità, quella che un tempo era “Nova Marghera Facility” è riuscita a strutturare un’impresa che oggi gestisce un giro d’affari da 10 milioni e continua ad allargarsi. L’ultimo colpo è l’ex Caserma Monti di Pordenone, hub che accoglie 70 richiedenti asilo e che la società – oggi denominata solo Nova Facility – gestirà per almeno un anno avendo vinto la gara indetta dal Prefetto.
gestirà fino a 1500 ospiti
Nova Facility – guidata da Gian Lorenzo Marinese, fratello di Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia e Rovigo – si è allargata alla ex caserma Zanusso di Oderzo (altro bando vinto) diventando il principale operatore della provincia di Treviso. Oggi le due strutture, entrambe governative, ospitano 680 persone in tutto e sono in attesa di un futuro: c’è un bando per la Serena (a cui la società a partecipato) che sta andando per le lunghe, e per Oderzo la gestione proseguirà in proroga fino a dicembre. Ma nel frattempo Nova (in cordata con la coop Arcolaio, altro big a livello tosco-emiliano) si è aggiudicata anche la gestione del più grande e discusso hub per l’accoglienza dei migranti del Veneto: Cona, 789 posti. Due giorni fa l’esito della selezione per Pordenone, dove la società trevigiana di Gian Lorenzo Marinese ha ottenuto voti più alti degli altri sulla base di una offerta fuori scala.
struttura e costi
Nova Facility oggi dà lavoro a 140 persone tra mediatori, operatori generici, psicologi, affidando a terzi (Ottavian Ristorazione) la gestione della mensa di tutte le strutture. Assumerà altre 80 persone per Cona e 20 per Pordenone.
Il numero dei dipendenti rispecchia le richieste ministeriali e il rapporto migranti-operatori, ma è nel loro impiego che si gioca la differenza: corsi di formazione, lingue, attività interne ed esterne, iscrizione ai centri per l’impiego, assistenza psicologica. A queste si associa sport, socialità, gestione del menù in accordo coi migranti, servizi alla persone e tecnologie. come il software denominato “Poseidon”, consultabile dalle forze dell’ordine, con le schede aggiornate di ogni ospite della struttura. —
Federico de Wolanski
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