A processo per dichiarazione infedele, De Vecchi assolto

La Procura gli contestava una deduzione di passività irregolare per un milione e 650mila euro legata al modello unico 2011 relativo al 2010 per la società Interporto, di cui al tempo era amministratore, che avrebbe consentito alla stessa società di evadere l’imposta sul reddito per 447mila euro. Ma al termine del dibattimento davanti al giudice monocratico Fabio Moretti, anche la Procura ha chiesto l’assoluzione per Eugenio De Vecchi, 53 anni di Martellago. Una linea, questa, sposata dal giudice che ieri ha assolto l’imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

I difensori, gli avvocati Vincenzo Di Stasi e Stefano Pinosio, hanno sostenuto come una modifica legislativa del 2015 non configuri più il reato in presenza di passività effettive. Non solo: nel testo unico sui reati in materia tributaria è contenuta l’esplicita esenzione di questa ipotesi di reato qualora il soggetto sia una società di interporto. Proprio come quella di cui De Vecchi era stato amministratore.

Già nella scorsa udienza i difensori avevano depositato un elaborato firmato dallo stesso consulente fiscale che al tempo aveva redatto la dichiarazione dei redditi nella società, nella quale si chiarisce come la normativa preveda che le deduzioni possano essere possibili entro certi limiti, evidenziando anche l’eccezione per quanto riguarda le società di interporto. L’indagine era nata da una verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate sulla correttezza delle deduzioni.

Intanto è dei giorni scorsi la notizia che, a conclusione della procedura di concordato fallimentare con l’omologazione dei concordati, è stata firmata la cessione dell’Interporto alla società Orlean Invest Holding Ltd che fa capo all’imprenditore ligure Gabriele Volpi.

Rubina Bon