A Perth, Australia il ponte futuristico degli ingegneri mestrini dello studio Bolina

in trasferta
Sono tutti giovani professionisti delle costruzioni. Il più anziano (si fa per dire), fondatore dello studio, ha 47 anni.
Specializzati in costruzioni,sismica,e direzione lavori gli ingegneridello studio Bolina di via del Gazzato a Mestre festeggiano in queste settimane la fama ottenuta per la conclusione dei lavori, ultimati con i ritocchi e le finiture, a fine 2019, del ponte Matagarup, a Perth in Australia.
Il fondatore è Tobia Zordan, figlio dell’architetto Guido, il padre della moderna piazza Ferretto. L’ingegnere mestrino ha guidato il gruppo di 38 ingegneri nella costruzione del ponte, lungo 400 metri e largo dieci, che passa sopra il fiume che scorre nel centro di Perth e collega al grande stadio dove si giocano le partite di rugby e pure tanti concerti.
«Il ponte ha vari simbolismi: il nome aborigeno rimanda alla integrazione tra i popoli aborigeni e quanti sono venuti a vivere in Australia. La forma, così particolare con tre arcate indipendenti, rimanda ai cigni che popolano questo fiume. Le spirali delle tre strutture rimandano al Dna umano», racconta Zordan.
Il gruppo di ingegneri mestrini è stato chiamato in Australia due anni fa dalla Rizzani de Eccher, grande impresa udinese che aveva vinto l’appalto per i lavori e che si era trovata in difficoltà.
Per risolvere i problemi che si erano creati con la prima azienda, si è scelto di chiamare altri professionisti. Il gruppo di Bolina si è occupato di tutta la direzione Lavori e delle opere di ingegneria che hanno portato alla costruzione del ponte pedonale che è anche una opera d’arte che si illumina la sera.
«Per Perth, città nuova, è diventato un simbolo. Noi abbiamo lavorano tantissimo a questo progetto decisamente complesso: le strutture indipendenti sono state montate sul posto, utilizzando grandi torri e avevamo appena due centimetri di margine per farle collimare. Ci abbiamo perso il sonno. Ma siamo soddisfatti di aver lavorato in Australia perché lì nonostante i tanti problemi incontrati si è fatta squadra per risolverli e arrivare in fondo. E abbiamo scoperto una comunità con grandi radici legate all’Italia. Il governo australiano era soddisfatto del fatto che fossero professionisti italiani a lavorare per il paese».
Gli impalcati del ponte, disegnato da un architetto australiano, sono collegati alle arcate mediante un sistema di pendini realizzati con funi spiroidali chiuse. Le fondazioni in cemento armato sono realizzate con cassoni pluricellulari chiusi superiormente ed inferiormente con solette gettate in opera. Sia le pile – fondazioni in alveo che le spalle sono impostate su pali infissi in acciaio – calcestruzzo. Gli ingegneri di Bolina, ammette Zordan, lavorano da tempo più all’estero che in patria. «Per il nostro paese uno studio con 38 persone è mediamente grande. Per l’estero siamo una realtà piccola. Ma come nel caso di questo lavoro così lungo in Australia, stiamo avendo grandi soddisfazioni». —
Mitia Chiarin
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