A Mirano bistecche di mucche di Kobe e consegne a domicilio per accontentare i clienti e superare la crisi

L’azienda agricola Due Pioppi di Mirano diversifica. «Siamo i primi in zona, la loro carne è morbida, i clienti apprezzano» 

La sfida

L’emergenza dettata dal Covid-19 è l’ultima da affrontare. In precedenza sono emerse le difficoltà del settore agricoltura, la concorrenza della grande distribuzione, il prezzo del latte che hanno costretto i coltivatori a pensare a nuove soluzioni.

La storia dell’azienda agricola Due Pioppi di Mirano, che occupa ben 120 ettari, è figlia degli ultimi tempi. Nel 2016, i coniugi Lorenzo Favaretto e Monica Cicala hanno deciso di aprire questa attività in via Cavin di Sala 127, dove all’interno i clienti trovano prodotti locali, salumi e pollame provenienti dai loro animali e dal lavoro in campagna. In totale 500 animali, tra piccoli e adulti, di cui 180 bovini da mungitura.

«Siamo partiti un anno e mezzo fa» spiega Favaretto «e abbiamo deciso di investire in questo settore puntando su una vendita a domicilio di carne di alta qualità: qui da noi alleviamo Angus, Kobe Wagyu giapponese, Inra 95 francese, Beef Master e, infine, antiche razze italiane: si tratta di vacche nate tutte nella penisola e che nel nostro allevamento lasciamo al pascolo. Abbiamo puntato a un prodotto di elevata qualità e avviato una rete di vendita ai più importanti ristoranti della zona».

Ed è proprio sulla Kobe Wagyu che i Favaretto hanno deciso d’investire; è l’unico della zona a portare avanti un allevamento del genere, convinto che possa dargli dei benefici a lungo termine. «Per ora abbiamo meno di 10 capi» spiega Favaretto «e stanno nascendo un po’ alla volta. Servono tre anni per portare questo animale alla maturazione; ha una marezzatura (ossia la distribuzione del grasso nel tessuto muscolare ndr) eccezionale e la carne è molto morbida. Le mucche sono allevate e nascono da noi: questo fa la differenza».

Favaretto ha deciso di rivedere un po’ la filosofia aziendale, anche per stare al passo con i tempi. «Stiamo provando più razze da carne possibili» continua l’agricoltore «perché la gente è curiosa e i ristoratori stanno puntando sempre più su prodotti di qualità. Non ci fermiamo qui, perché stiamo guardando anche a bovini americani». L’azienda conta su quattro dipendenti, più un quinto stagionale e Favaretto, 53 anni, è da una vita che vive in campagna.

«La mia vita è qui» dice ancora «sono nato in questo contesto e per fare questo mestiere serve tanta passione». La pandemia ha fatto rivedere i piani dei Due Pioppi, complice la chiusura dei locali. «Siamo disponibili» continua l’agricoltore «a consegnare la carne a domicilio anche a clienti privati. Nel nostro spaccio non possiamo vendere direttamente la carne, trattata prima da un laboratorio specializzato e poi consegnata da noi a domicilio in un raggio di 20 chilometri».

Ma l’apertura dello spaccio è avvenuta in un quadro molto complesso, perché oltre alla pandemia si deve fronteggiare il basso prezzo del latte. «Ora siamo sui 36 centesimi al litro di guadagno ma il costo per gli allevatori è di 40 centesimi. Il settore chiede che ci sia un’etichetta di filiera dettata e garantita per il latte italiano: le proposte cadono nel vuoto e intanto come possiamo essere sicuri i nostri formaggi Dop siano fatti con prodotti locali?».

Nonostante la crisi, anche con l’aiuto di Confagricoltura a cui l’azienda è associata, c’è chi prova a resistere e a guardare avanti tra mille difficoltà. —


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