A fuoco il “Melidissa” 100 mila euro di danni per un cortocircuito

L’interno del noto ristorante pizzeria distrutto dall’incendio Risparmiate le cucine e l’abitazione della famiglia del titolare



Le fiamme si sono sviluppate di mattina, quando il locale era ancora chiuso. Ma i danni, in corso di quantificazione, si annunciano purtroppo già molto ingenti, tanto che potrebbero sfiorare i centomila euro.

Un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato, intorno alle 7. 30 di ieri, all’interno del ristorante pizzeria Melidissa, di via dei Cinquanta a Torre di Mosto. Si tratta di un locale molto conosciuto e apprezzato, che richiama clienti da tutto il Veneto Orientale.

A lanciare l’allarme è stato il titolare, Ennio Ceolin, che abita sopra il ristorante insieme alla compagna e ai due figli. «Il locale era chiuso. Doveva aprire a mezzogiorno, perché attendevamo dei clienti», racconta Ceolin, «io mi sono svegliato intorno alle 7, perché dovevo andare a Milano per lavoro. Sono sceso e ho visto il fuoco».

Sul posto sono accorsi i pompieri dai distaccamenti di San Donà e Portogruaro, con tre automezzi antincendio e dieci operatori. I vigili del fuoco hanno subito circoscritto le fiamme, che però hanno fatto in tempo a devastare una parte del locale, causando gravi danni.

A prendere fuoco sono stati tutti gli interni di un locale di circa 500 metri quadri. Una stima esatta dei danni non è stata ancora fatta. Anche perché l’area interessata è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, in attesa che stamane i vigili del fuoco compiano un nuovo sopralluogo per accertare cosa abbia scatenato il rogo.

Tra le ipotesi, un cortocircuito che potrebbe aver interessato un elettrodomestico o un apparecchio elettronico. Le fiamme sarebbero partite dalla zona dell’ingresso, dove si trova anche un angolo giochi dedicato ai bambini. Da lì l’incendio si è propagato a tutto l’ingresso del ristorante e alla sala dove si mangia. Le fiamme hanno risparmiato la cucina e l’abitazione al piano sopra. Adesso il titolare attende il dissequestro dell’area, per poi rimboccarsi le maniche e risistemare tutto. «Mai abbattersi, ci mancherebbe altro. Non ci si ferma mai davanti alle disgrazie», conclude Ceolin. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia