A Chirignago l'ultimo negozio di giocattoli

Ci sono ancora trenini, soldatini di plastica e i vecchi passatempi di legno
Fabio Bertini nel suo negozio di giocattoli in via Miranese a Chirignago
Fabio Bertini nel suo negozio di giocattoli in via Miranese a Chirignago
 
CHIRIGNAGO.
Su uno scaffale, in alto, un trenino. In una scansia bassa le buste con i soldatini di plastica, quelli che 30 anni fa erano il premio ambito della domenica in spiaggia. Eccola la magia della Bottega del Giocattolo, il negozio di via Miranese gestito da Fabio Bertini.
 È una particolarità assoluta nel panorama del commercio non solo di Chirignago-Zelarino, ma di tutta la città: il negozio di giocattoli del signor Fabio, quasi cinquantenne e sposato con un figlio di quindici anni, infatti, è uno degli ultimi a non essere stati fagocitati da una parte dalla grande distribuzione, dall'altra dalle nuove abitudini dei bambini, sempre più tecnologici.  «Se ci fate caso», spiega Fabio, «è diminuita molto l'età ludica, i ragazzini oggi passano direttamente dai giochi al telefonino. Di cambiamenti in questi anni ne ho visti tanti, quelli che all'inizio erano bambini ora sono diventati miei clienti e comprano giochi per i loro figli. Io un po' ci rido sopra, un po' penso che è il segno degli anni che passano». Dentro si respira un'atmosfera di altri anni: il settore della Barbie e dei suoi accessori, Ken compreso, quello delle macchinine, più in fondo quello dei giocattoli di legno per i più piccoli e dei pupazzi di Winnie The Pooh. «Andare avanti non è facile», ammette Fabio, «i negozi di giocattoli hanno seguito la sorte degli alimentari, di fatto fagocitati dalla grande distribuzione».  Per il resto il negozio di Fabio Bertini continua a essere un punto di riferimento, con clientela che arriva anche da Spinea. E da Bertini la possibilità di vedere come cambia il mondo. «Vede», dice indicando una serie di mensole, «lì una volta c'era un settore dedicato completamente al modellismo. Ho dovuto mollare, ormai è un hobby da adulti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia